In Edipo a Colono Polinice, in marcia contro la sua città natale, Tebe, per riprendersi il trono usurpato dal fratello, incontra il padre Edipo, da lui scacciato quando regnava, e la sorella Antigone. Edipo gli lancia una maledizione di morte. Antigone lo implora a tornare sui suoi passi, ad evitare un infausto destino.

Polinice non può farlo. Sa ormai, dopo la maledizione del padre, che la sua impresa lo condurrà alla morte, ma non può indietreggiare. Perderebbe, a questo punto, molto più della faccia: il senso della propria esistenza. Gli è impossibile rinunciare a quella che è diventata la sua sola ragion d’essere: la morte del fratello o la sua. Poiché dal confronto sono destinati a uscire entrambi uccisi (come è nella natura stessa dello scontro fratricida) è verso un omicidio che è suicidio al quale egli si avvia.

Ed Miliband, il grande sconfitto delle elezioni inglesi, ha ottenuto la guida dei laburisti sfidando a sorpresa David, il fratello più carismatico e considerato il candidato più accreditato alla direzione del partito.
Alla sua sfida fu data come copertura la differenza delle posizioni politiche tra di loro: più a sinistra quella di Ed più a destra quella di David. A Ed e a chi l’ha sostenuto, non venne in mente che a rappresentare gli interessi della sinistra del partito, non dovesse essere il fratello del grande favorito.

Ed è riuscito a sopraffare il fratello facendo suoi i sentimenti anti-Blair nei sindacati legati al partito. Dopodiché questo uomo colto e intelligente si è prodotto in una serie di incertezze e di gaffes (memorabile la dimenticanza di una parte centrale del suo discorso in una conferenza nazionale dei laburisti) che hanno incrinato seriamente la sua credibilità come candidato a primo ministro.

La sconfitta dei laburisti, clamorosa se si tiene conto della politica impopolare dei conservatori, è il risultato di vari fattori e può essere interpretata in tanti modi. Resta un fatto indubbio: Ed ha perso nettamente sul piano delle impressioni il confronto diretto con il conservatore Cameron, suo antagonista. Non ha retto il peso di una leadership che, nel profondo del suo cuore, sentiva di aver conquistato in modo illegittimo, attraverso una guerra fratricida.

Lo scontro tra i fratelli nella famiglia è precoce e ha come suo oggetto il corpo materno. Se nella relazione dei genitori il padre occupa saldamente il posto dell’amante della madre, la rivalità dei fratelli prende una forma costruttiva. La presenza di un avversario comune, li costringe a un patto di solidarietà che modera la loro competizione. Inoltre, il padre mostra loro la strada per l’affermazione della propria virilità: la capacità di conquistare il desiderio della donna, invece che il favore della madre. La rivalità tra i fratelli si sposa così con la cooperazione, che ha come obiettivo l’approdo comune alla posizione dell’uomo compiuto, del padre.

La relazione fraterna diventa distruttiva e l’affermazione dell’uno richiede l’eliminazione dell’altro, quando è il fantasma di una madre virginale, isolata dall’uomo e legata al figlio, che regna nella famiglia. Nell’“uccidere” il fratello, è il padre dentro di sé che Polinice uccide veramente. La sua perseveranza nel volere morto Eteocle, lo fa morire come uomo/padre/re prima del duello finale nella fatale settima porta di Tebe.

Se la saggezza abitasse ancora nel cuore della sinistra, i maggiorenti del partito laburista avrebbero detto ai fratelli Miliband: «Parlatevene tutta la notte, giocatela ai dadi se volete, ma domani mattina vogliamo vedere solo uno di voi che partecipi alla corsa».