Le nomine ai vertici delle testate giornalistiche della Rai, per il metodo e il merito delle scelte compiute, destano la più viva preoccupazione e anche sconcerto. Appare evidente come sia stato ignorato qualunque principio pluralistico, indispensabile nell’informazione pubblica, ma per la verità necessario per qualunque testata giornalistica che ambisca all’indipendenza, alla credibilità, all’autorevolezza.

Il pluralismo è particolarmente importante in un momento in cui i cittadini e l’opinione pubblica sono chiamati a conoscere nel merito e ad esprimersi su quesiti importantissimi che riguardano l’assetto costituzionale del paese. Ma è sempre e in ogni circostanza alla base della stessa democrazia politica, che non può vivere in assenza di una piena libertà e autonomia del sistema dell’informazione.

Ci sembra che questo principio abbia subito un grave vulnus. Non si tratta naturalmente di rimpiangere vecchie pratiche di lottizzazione partitica. Ma oggi il rischio, evidente, è che dalla spartizione tra le forze politiche si passi al pensiero unico dettato dal governo in carica.

L’esecutivo Renzi ripete ogni giorno di essere impegnato in riforme in molti settori, compreso quello dell’informazione pubblica. Le riforme sono necessarie per superare antichi limiti e perduranti storture (vedi la questione degli stipendi e dell’utilizzo del personale) e per affrontare gli indispensabili aggiornamenti tecnologici e produttivi.

Tuttavia quando si osserva la concreta opera del governo non si può che constatare l’assoluta insufficienza e la gravità dei principi e delle soluzioni che vengono perseguiti. Per non dire dei continui interventi – a volte quasi ridicoli, ma sempre gravissimi – che dalla maggioranza e da ambienti vicini al premier criticano questa o quella scelta giornalistica delle testate Rai, perché colpevole di sottovalutare l’azione di un esecutivo che già è in testa alle rilevazioni sulla presenza in tutti i Tg pubblici.

È necessaria la risposta di tutte e tutti coloro che hanno a cuore la libertà e l’indipendenza dell’informazione, che vogliono una vera riforma del servizio pubblico a vantaggio di cittadini e utenti, che sostengono il pluralismo della comunicazione come presupposto basilare della democrazia.

Piero Di Siena, Mario Dogliani, Angelo D’Orsi, Gianni Ferrara, Eleonora Forenza, Alfiero Grandi, Alberto Leiss, Guido Liguori, Giorgio Lunghini, Leonardo Paggi, Stefano Petrucciani, Anna Ricca, Aldo Tortorella, Vincenzo Vita