Noir in festival di Courmayeur, edizione numero 23. Numero particolare, ci hanno fatto anche un film, limitiamoci allora alla Smorfia, che dice «o’ scem», e al linguaggio dei sordomuti, che al numero fa corrispondere «lo stupido». Nulla a che fare con il Noir che gioca invece sull’acume per «osservare, scomporre, mettere in dubbio e rintracciare le contraddizioni della società contemporanea attraverso una doppia lente d´indagine: quella di un genere narrativo che di volta in volta è diventato romanzo sociale, intrattenimento popolare, specchio scuro del tempo, e quella di una realtà che fin troppo spesso è stata anticipata e mostrata dall’arte e dall’invenzione» come recitano i direttori Giorgio Gosetti e Marina Fabbri nella presentazione. Ancora più importante del 23 però è il 27.

Questi sono stati gli anni trascorsi in galera dal più famoso detenuto politico: Nelson Mandela, l’uomo che ha saputo sconfiggere l’apartheid in Sudafrica. A Madiba, scomparso nei giorni scorsi è dedicata l’inaugurazione. Ma, in concreto, cosa offrirà il Noir quest’anno? Questa sera, subito dopo l’omaggio a Mandela, un’altra inquietante vicenda carceraria raccontata dal nuovo film di Atom Egoyan Devil’s knot – Fino a prova contraria, con Colin Firth e Reese Witherspoon, ispirato a una storia vera orribile, con tre adolescenti accusati e condannati per un triplice infanticidio grazie a una sentenza molto discussa.

Nei prossimi giorni Lo Hobbit – La desolazione di Smaug proposto in contemporanea con l’uscita in sala e completato da una maratona che comprende anche il primo episodio (il 12). Poi Ridley Scott con The Counselor – il procuratore, Denis Villeneuve rivisto attraverso Prisoners e il nuovo Enemy, Blind Detective di Johnnie To, Wakolda di Lucia Puenzo. Consistente la presenza italiana con Neve di Stefano Incerti, Vinodentro di Fernando Vicentini Orgnani. Senza trascurare i più piccini con Pipì, pipù, rosmarina e il flauto magico di Enzo D’Alò. L’attenzione verso il cinema è solo metà dell’impegno noir che si manifesta anche con la letteratura. Qui troviamo il Chandler Award che quest’anno verrà consegnato a Henning Mankell, scrittore svedese di genere. Ma i luoghi di Cormayeur sono destinati a fare incrociare moltissimi scittori che puntano sul noir per indagare il disagio. Ormai una compagnia di giro che si ritrova anno dopo anno a fare il punto su cinema, letteratura, serie tv e crimini.

Tra le novità ecco invece Nicola Longo, ex squadra narcotici, che nel volume Il poliziotto racconta la sua esperienza e racconta degli anni in cui collaborò con Fellini per la realizzazione di un film sulla sua vita. E ancora il premio Scerbanenco che tiene vivo senso e memoria di uno dei nostri autori di genere più significativi, incontri, presentazioni, dibattiti all’ombra scura e inquietante del monte Bianco.