Nativi digitali: siamo definiti così nella società d’oggi. Siamo i ragazzi che imparano prima a usare l’ipad e poi a leggere, quelli che sanno usare qualsiasi tipo di dispositivo elettronico meglio dei propri genitori. La fascia adolescente della popolazione è quella che si vede più spesso con il telefono in mano, cellulari modernissimi che ci permettono di fare di tutto, di essere sempre connessi ai social network, con la possibilità di seguire i nostri telefilm preferiti, le partite di calcio, addirittura i film tramite un semplice cellulare. Molti si fanno un’idea sbagliata di questo fenomeno, le innovazioni nel campo tecnologico portano i ragazzi ad avere numerose possibilità di comunicazione e questa non deve essere assolutamente ritenuta una cosa negativa. Come esempio, ho scelto di soffermarmi sul recente social chiamato «ask», un sito al quale si accede tramite una registrazione e nel quale vi è la possibilità di fare domande in anonimato o svelando la propria identità a chiunque si desideri. Spesso, come si legge sui giornali, questo nuovo social che fa tendenza tra i più giovani viene usato in modo sbagliato, per insulti di vario genere, dalla discriminazione a offese basate sull’aspetto fisico. Dovrebbe essere, invece, un modo per porre domande, come dice il nome stesso, al fine di chiarire dubbi comuni tra gli adolescenti, per curiosità, o per dare la possibilità a persone più timide di chiedere qualcosa ad amici, compagni di classe o conoscenti. Per come vivo la mia esperienza su questo social network, esso viene, nella stramaggioranza dei casi, usato in modo corretto. È d’altra parte vero che talvolta i social network vengono utilizzati in modo sbagliato, ma ciò dipende esclusivamente da come il singolo si rapporta con il sito internet sul quale naviga e da che utilizzo ne fa. L’obiettivo che tutti, in particolare i ragazzi che hanno una mente più malleabile rispetto agli adulti, si devono porre è quello di pensare con la propria testa, senza essere influenzati, creandosi una propria idea riguardo al mondo in cui si vive, e in questo ha sicuramente una parte importantissima la famiglia. Genitori che rendono i figli indipendenti, che li aiutano a crearsi una coscienza propria, evitano spiacevoli incidenti. Poi lo stesso adolescente deve però saper capire da solo quali sono i comportamenti da seguire e quali non, la famiglia può creare una base che può fornire una consapevolezza su ciò che ci si trova davanti.

Parlando invece di un argomento più complicato, molti psicologi adolescenziali ritengono vi sia un rischio di deficit dell’attenzione a cui può portare l’essere sempre connessi, non solo alla rete, ma anche in costante comunicazione con altri coetanei tramite messaggi. Come ho già detto, ed è una cosa di cui io per prima sono consapevole, la nostra mente è malleabile, fresca, è negli anni in cui si forma non solo fisicamente ma soprattutto culturalmente, e di certo studiare con il telefono accanto acceso ed essere costantemente raggiungibili può distrarci, ma solo in questo modo, perché stare connessi in rete o passare molte ore davanti a uno schermo non diminuisce l’attenzione di un ragazzo o di una ragazza adolescente, la cui mente è alla continua scoperta di cose nuove. Anzi, può aiutarne la formazione a livello culturale: internet è un luogo dove si possono scoprire mondi diversi, in modo originale, altrimenti perché la maggior parte di noi – ma non solo di noi adolescenti – svolge ricerche sugli argomenti più vari in rete?