Ogni anno il Festival Internazionale Cinemambiente di Torino assegna il Premio Le Ghiande che intende creare una biblioteca di nuove opere e di nuove voci che irrobustiscano e innovino i linguaggi e il pensiero ambientalista, in quell’innesto naturale fra prosa e poesia, documentario e finzione, scienza ed invenzione, che caratterizza la scrittura dei nostri tempi.

Tenendo salda tale cornice, per il 2018 Cinemambiente è orgogliosa di assegnare due riconoscimenti speciali: uno alla poetessa bergamasca Paola Loreto, autrice di diverse opere in versi già riconosciute dalla critica e premiate, fra le quali In quota, L’acero rosso, Conoscenza della neve e la più recente, Case spogliamenti, capace di miscelare con sapienza osservazione dei fenomeni naturali e incidenza della storia dell’uomo nel paesaggio, avvicinando due tempi che scorrerebbero altrimenti distinti; uno alla genovese Chicca Gagliardo, autrice dei romanzi Lo sguardo dell’ombra ed Il poeta dell’aria. Romanzo in 33 lezioni di volo, nonché dell’atlante Gli occhi degli alberi e la visione delle nuvole, la cui penna agisce nell’incontro fra natura ed immaginazione, con una particolare attenzione per quegli anfratti e luoghi di trasformazione nei quali la mente di un individuo va a indagare i segreti del mondo che si compie oltre l’umano.

Care autrici buongiorno, complimenti per questo riconoscimento. Ho meditato tre domande per voi. Ecco la prima: quali sono le radici della vostra ricerca e della vostra visione nella scrittura?

PAOLA LORETO Un sentimento, molto spontaneo, di appartenenza al mondo naturale. Credo che come esseri umani siamo, anche, natura, e che il nostro stare al mondo sia parte di un sistema di co-esistenza e con-vivenza con altri enti non-umani che molti di noi hanno perso di vista o dimenticato, con grave perdita e danno. Per me l’affiorare alla coscienza di questo senso certo di appartenenza e il desiderio di esprimerlo – direi quasi di cantarlo – sono stati e sono uno degli impulsi più forti della scrittura. Come un lasciarsi andare alla sensazione che stiamo sempre abitando una casa, e che questa casa è l’estensione del nostro corpo. Chi non se ne prenderebbe cura? Chi lo offenderebbe, mutilerebbe? Questo atteggiamento allerta i sensi nella direzione dell’ascolto, dell’accoglienza, dell’intuizione, e orienta la scrittura verso un moto di difesa, di tutela, di protezione.

CHICCA GAGLIARDO Vedo le mie radici nel bisogno di aprire e liberare lo sguardo. Nel sentiero che si è formato, le ombre svelano la nostra fame di luce, nelle piccole pozzanghere c’è il cielo sceso a terra, il vento ci mostra quanto l’io che vorremmo sempre più grande sia solo un peso, la luna parla della bellezza dell’attesa e della metamorfosi, cerco bagliori nella realtà che è di fronte a tutti e chiede ascolto. Camminando, un giorno (era novembre e la forza di gravità era schiacciante) mi sono inoltrata nel fondo, giù giù, fino a rovesciare la prospettiva e ritrovarmi su un cornicione altissimo, accanto alla voce del “Poeta dell’aria” che osservando il paesaggio dell’invisibile racconta al lettore l’arte del volo poetico umano. Le nostre radici, dice Simone Weil, sono nel cielo. Nel senso del mistero che non può essere rinchiuso in nessuno schema, che richiede rispetto per ogni essere, attenzione, cura, mani non rapaci. Altrimenti la realtà si spegne.

Sentite una forma di impegno politico e/o ambientale quando scrivete? Pensate che gli autori contemporanei debbano impegnarsi, qualsiasi cosa questo possa voler significare?

PAOLA LORETO Come molti poeti che amo, ritenuti “impegnati” in una qualche causa sociale o politica, credo che la scrittura possa esserlo solo come conseguenza, a posteriori. William Carlos Williams, un poeta modernista americano straordinariamente influente, scrisse che la poesia ha a che fare con la poesia e non con gli statuti sociali—piuttosto con la vita, quella di tutti i giorni, e questo attraverso il linguaggio. La poesia, la letteratura, l’arte devono essere libere da qualsiasi costrizione o sono niente. Noi giudichiamo i risultati, l’effetto, del gesto creativo, non—spero—le sue intenzioni. Quando scrivo voglio restituire un’emozione o un pensiero forte in modo abbastanza efficace, intenso, da persuadere chi mi legge o ascolta della verità e della bontà di quella apprensione cognitiva. In questo senso, sì, certamente, un autore è sempre impegnato: esprime una convinzione profonda e chi lo legge ne giudica il valore, o l’interesse.

CHICCA GAGLIARDO Sento l’impegno di dare qualcosa che possa essere utile a chi legge per trovare una via che conduca fuori dalla gabbia e dalla schiavitù degli imperativi sempre più pressanti che spingono a imporsi sugli altri, a prevalere, possedere. È tempo per gli scrittori e gli artisti di non pensare più soltanto a esprimere se stessi, il proprio io, ognuno è chiamato a dare come può un contributo per aiutare la società e la terra a non scivolare e cadere nel buio, nella cecità. C’è un’emergenza, non è mai stata tanto forte e globale, una carenza di luce, senso, significato. Oltre all’inquinamento ambientale esiste, altrettanto pericoloso, l’inquinamento esistenziale. È tempo di chiedersi, prima di pubblicare un libro, se questo libro contribuirà all’inquinamento o potrà aiutare a cercare e vedere un senso, una direzione.

Ci potete parlare della nuova opera che avete in gestazione? Come è nata, come sta crescendo, come la state accudendo? O, altrimenti, di come sia nato e cresciuto l’ultimo lavoro pubblicato?

PAOLA LORETO La nuova opera è ancora troppo in nuce perché io riesca a parlarne. L’ultima, invece, è un libro agile e compatto nato come risposta spontanea a una questione esistenziale che credo sia centrale nella vita di ogni uomo: quella della propria libertà nella relazione con gli altri—un’altra questione profondamente ecologica, se vogliamo. case | spogliamenti vuole raccontare una crisi e un’ipotesi di soluzione: il momento in cui ci accorgiamo che le nostre possibilità di scelta si riducono, nella vita, e vorremmo non soccombere a questo sentimento. Robert Frost, un altro grande poeta modernista americano, ha espresso molto bene questa impasse con la domanda: cosa fare di una “diminished thing”, qualcosa che riduce il nostro orizzonte di aspettativa. case | spogliamenti cerca una via per accogliere il limite che entra nella nostra vita e conservare il desiderio di vivere, l’entusiasmo di fare le cose.

CHICCA GAGLIARDO Da circa un anno e mezzo sto navigando in mare aperto, tutto è cominciato in una notte di buio che sta andando verso il chiarore. “La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta”. Osservo con calma, seguo una corrente sottilissima e profonda senza sapere dove alla fine porterà. E sto approfondendo un percorso, nato al Festivaletteratura di Mantova, formato da parole e immagini. Si intitola “Diventiamo poeti: nessuno potrà più prenderci”, sulle note dei versi di Emily Dickinson. Il percorso è composto di un mosaico di immagini che appartengono alla realtà di tutti i giorni (il punto di partenza è ciò che abbiamo sotto i piedi: l’asfalto) e dagli sguardi e le voci di diversi scrittori, filosofi, artisti (tra cui Rilke, Cristina Campo, María Zambrano, Frida Kahlo, Etty Hillesum), voci che, passo dopo passo, portano fino al punto più alto: dall’asfalto si arriva al cielo.

L’incontro con le autrici avrà luogo lunedì 4 giugno 2018 presso l’Accademia delle Scienze di Torino, a partire dalle ore 16, col seguente programma:Proiezione del doc The Ancient Woods di Mindaugas Survila (Lituania, 2017, 85’), al termine incontro con Stefano Mancuso.
Premio letterario le ghiande – Tiziano Fratus dialoga con Paola Loreto e Chicca Gagliardo, vincitrici del Premio letterario Le Ghiande 2018.
La consegna del premio avrà luogo la sera successiva durante la premiazione finale del festival presso il Cinema Massimo di Torino.