La scienza tedesca spezza una lancia a favore della scienza greca. Nel corso del convegno annuale Lindau Nobel Laureate Meeting – che si svolge a Lindau, un’isola nel lago di Costanza in Baviera (Germania) – fra i 65 premi Nobel e 650 giovani ricercatori e ricercatrici da 88 paesi, c’è anche il medico e virologo Harald zur Hausen (classe 1936), che ha ricevuto l’ambita medaglia nel 2008 per aver scoperto la relazione fra il virus del papilloma umano (HPV) e il cancro della cervice uterina.

Zur Hausen, a maggio di tre anni fa, nel pieno della crisi politica greca sfociata nel secondo turno elettorale, aveva scritto un appello diretto alle massime autorità europee dell’epoca: il presidente della Commissione Barroso, il presidente del consiglio europeo Van Rompuy e Schulz, che è ancora il presidente del Parlamento. Un appello ripreso dalla rivista Science e firmato da altri 21 premi Nobel in cui chiedeva di sostenere la Grecia e la sua scienza.

Si parlava della «profonda crisi economica» che aveva «cambiato drammaticamente le condizioni di vita dei suoi cittadini e messo in pericolo l’esistenza stessa delle strutture necessarie per la ripresa futura». Per potersi riprendere, la Grecia, «che ha contribuito enormemente alla cultura europea ha bisogno del nostro aiuto», scrivevano. In scienza e tecnologia, «la Grecia possiede istituzioni particolarmente forti e potenziale umano».

In dichiarazioni concesse al manifesto, zur Hausen ha ribadito ieri la sua posizione: «La mia lettera non ebbe effetto allora, come si vede», ha affermato. «Amo molto la Grecia, e uno dei miei principali collaboratori è un postdoc greco. Ho visitato molti suoi centri di ricerca, e conosco bene la situazione scientifica. Sono molto preoccupato perché vedo molto talento, tanti giovani brillanti scienziati che sono costretti ad abbandonare il paese. Sta avvenendo un inaccettabile brain drain (la perdita di cervelli, ndr). La Germania lo ha vissuto dopo la guerra, so cosa vuol dire. Purtroppo il nostro appello se lo è portato via il vento», ha detto.

Pur ammettendo di non essere «né un politico, né un esperto di finanza», ha dichiarato che un’eventuale Grexit gli «causerebbe molto dolore» e che l’Europa «perderebbe una sua parte molto importante». Ammette che il fenomeno del brain drain «è dovuto alla crisi economica, ma era in atto che prima che la crisi fosse così visibile».

Zur Hausen spiega che il fenomeno è diffuso in tutta Europa, e che in Grecia come in tutta la Ue sarebbe necessario un programma che oltre a sostenere lo scambio scientifico, promovesse il ritorno dei ricercatori nel proprio paese d’origine.

Nel suo intervento di stamattina durante il convegno di Lindau, Zur Hausen – che lavora presso il German Cancer Research Center a Heidelberg – racconterà gli ultimi sviluppi della sua ricerca su una possibile relazione fra il cancro del colon e del polmone con il consumo di alcuni tipi di carne rossa e di latte.