È una mobilitazione permanente quella della comunità curda nel mondo, mentre il Rojava è sotto il fuoco dell’esercito turco, affiancato dalle milizie siriane anti Assad e anche dall’Isis. Ai curdi si aggiungono i tantissimi e le tantissime solidali che in tutto il mondo lottano per l’autonomia nella regione, in cui ha preso forma uno dei pochi esperimenti mediorientali di convivenza pacifica tra etnie diverse. Le condanne all’operazione di Erdogan sono fioccate – tardive e ambigue – tra le istituzioni internazionali. Poche finora le misure concrete, tra queste la decisione di Norvegia e Finlandia di sospendere l’export di armi verso la Turchia. Una scelta che fa crescere la pressione sull’Italia, che annovera quello turco come il suo terzo mercato per la vendita degli armamenti. La chiamata internazionale per le manifestazioni contro l’invasione della Turchia è per il 12 e il 19 ottobre, ma le iniziative aumentano ogni giorno ed eccedono ampiamente questa data, sia in Italia che nel resto del mondo. Ieri è stata fatta una azione dimostrativa dei Comitati collettivi e attivisti napoletani che ha causato il ritardo di un volo della Turkish Airlines nell’aeroporto di Capodichino. E cortei spontanei di solidarietà a Londra e Berlino.

Oggi, ci si mobilita di nuovo a Roma, dalle 16 in Piazza Indipendenza, nella giornata appuntamenti anche a Genova, Mantova, Modena e Catania. Le altre principali città italiane saranno invece in corteo sabato, in contemporanea con le capitali europee Berlino, Parigi, Zurigo, Atene, Copenhagen, e con diverse metropoli globali. Anche sul web la mobilitazione contro la guerra sta crescendo velocemente, gli hashtag più importanti per seguire gli sviluppi e le piazze in continuo aggiornamento sono #riseup4rojava, #TwitterKurds. Mentre per l’Italia tra i trend principali c’è #iostoconicurdi.