L’Italia ieri ha quasi raggiunto 100 milioni di dosi di vaccino inoculate: 99.792.722 è il dato riportato dal governo. Hanno ricevuto almeno una dose in 47.477.646 (87,91% della popolazione over 12). Sono invece 45.830.582 i cittadini che hanno completato il ciclo (84,86%); le dosi booster somministrate sono state 9.609.029. Ancora largamente prevalente la variante Delta, i casi di Omicron confermati sono 17: 7 in Campania legati al manager Eni rientrato dal Sudafrica; 3 in Veneto, uno in Piemonte, due in Sardegna, uno in provincia di Bolzano e tre scoperti ieri nel Lazio (una donna proveniente dal Sudafrica, un’altra da Parigi e residente nel Lazio, un militare della Nigeria. In corso il contact tracing). In Ue i casi sono 337 in 21 paesi (che diventano 57 se si includono gli altri continenti).

DALL’AIFA, la coordinatrice dell’Unità di crisi Maria Paola Trotta: «Sull’Omicron sappiamo poco, sembra essere più trasmissibile ma non abbiamo segni che causi una malattia più grave, e non ci sono ancora dati sulla sua capacità di eludere la protezione da vaccino o da anticorpo monoclonale. Sembra poco verosimile che, nonostante le sue tante mutazioni, possa eludere completamente tutte le componenti anticorpali che si sviluppano a seguito di una vaccinazione». Dall’Oms aggiungono un elemento: «I dati che arrivano dal Sudafrica suggeriscono un aumento del rischio di reinfezione con Omicron ma ci sono anche prove che causi una malattia più lieve di Delta».

SONO STATI 17.959 i nuovi casi Covid ieri in Italia (mai così tanti da aprile) su 564.698 tamponi, il tasso di positività è salito al 3,2%; i decessi sono stati 86. Ancora in crescita i ricoveri: in terapia intensiva 15 posti occupati in più, 791 in totale; nei reparti ordinari più 21, 6.099 in tutto; in isolamento domiciliare 242.324 pazienti. La regione con più casi è stata il Veneto (3.516) seguita da Lombardia (3.373), Lazio (1.554) ed Emilia Romagna (1.391).

IN DUE SETTIMANE I NO VAX ricoverati nelle terapie intensive sono aumentati del 32% mentre continuano a scendere i vaccinati. Il dato è contenuto nel rapporto della Federazione italiana Aziende sanitarie e ospedaliere che monitorizza gli ospedali sentinella. L’ultimo report del 7 dicembre conferma il trend già evidenziato il 30 novembre: in una settimana sono aumentati del 15% i pazienti ospedalizzati non vaccinati e sono diminuiti del 22% i vaccinati. Negli ultimi 15 giorni, dunque, i No vax in terapia intensiva hanno avuto un rapido incremento del 32% e, di contro, i vaccinati si sono ridotti del 33%.

I PAZIENTI in rianimazione senza aver mai avuto una dose di vaccino sono in media più giovani, 62 anni, e nel 42% dei casi non soffrono di altre patologie. Interessante anche la differenza nel range di età: nei vaccinati è fra 47 e 85 anni; nei non vaccinati fra 21 e 83 anni. I pazienti non vaccinati in terapia intensiva negli ospedali sentinella sono 77 mentre quelli vaccinati 20. Inoltre, i vaccinati hanno completato il ciclo da oltre 4 mesi, si tratta per il 75% di soggetti affetti da gravi comorbidità e con un’età media di 69 anni.

I NUMERI mostrano un incremento complessivo delle ospedalizzazioni per Covid pari al 10,1%. L’età media di chi finisce in ospedale è più alta, pari a 75 anni, tra i vaccinati e più bassa, pari a 64 anni, tra i non vaccinati. Il totale dei pazienti di età inferiore ai 18 anni ricoverati negli ospedali sentinella Fiaso è di 19 di cui uno in terapia intensiva (una ragazza di 14 anni di Ancona che, a causa del suo quadro clinico, non poteva vaccinarsi e purtroppo ieri è morta). La metà dei ricoverati ha più di 5 anni e quindi dal 16 dicembre potrà immunizzarsi.

IN BASE AI DATI AGENAS, aggiornati a martedì, il tasso di occupazione delle terapie intensive in Italia è al 9%. Oltre la soglia critica del 10 le Marche (12%), Friuli Venezia Giulia (16%), Bolzano (17%), Calabria (11%), Liguria (12%), Lazio (11%), Trento (13%) e Veneto (12%). In area medica la media italiana è del 10%. Superano la soglia critica del 15% Calabria (16%), Friuli Venezia Giulia (24%), Valle d’Aosta (20%) e Bolzano (20%).

DA LUNEDÌ (avendo sforato tutti i parametri) la Calabria dovrebbe finire in zona gialla. Il governatore Occhiuto: «La regione cambierà colore per i pochi posti in terapia intensiva (17 i ricoverati Covid a ieri ndr). Da neo commissario alla Sanità li ho incrementati di una ventina di unità, 12 anni di commissariamento non hanno prodotto risultati». In Lombardia invece l’amministrazione regionale martedì ha aumentato di circa 1.300 il numero di posti letto Covid in area medica, portandoli a 7.945, allontanando così la zona gialla (la Lombardia è al 9% in terapia intensiva e 13 in area medica).