I presidenti di otto regioni italiane (Puglia, Molise, Basilicata, Abruzzo, Calabria, Marche, Sardegna e Sicilia) provano a stoppare l’ok ai sondaggi in mare tramite la pratica dell’air gun e le trivellazioni presente nello Sblocca Italia, previste nel mar Adriatico e nello Ionio, decreto già oggetto in questi giorni di una raccolta di firme su un referendum abrogativo proposto dall’associazione Possibile di Pippo Civati. L’occasione per annunciare l’indizione di un referendum è stata la location della Fiera del Levante a Bari inaugurata una settimana fa tra le polemiche per l’assenza del premier Renzi volato negli States per la finale di Us Open tra le tenniste pugliesi Vinci e Pennetta. L’annuncio è arrivato durante una conferenza stampa a cui hanno preso parte tutti i presidenti delle regioni a partire da Michele Emiliano, tranne per le Marche rappresentate dall’assessore regionale all’Ambiente Sciapichetti.

Nel corso della riunione di ieri sono stati anche approvati i quesiti che saranno inseriti in un’unica delibera che sarà sottoposta ai Consigli regionali per chiedere l’indizione del referendum. I Consigli regionali che discuteranno la delibera sulle trivellazioni lo faranno entro fine mese: oggi sarà il turno della Basilicata che delibererà il provvedimento, a seguire le Marche, il Molise, la Puglia, l’Abruzzo e la Sardegna che lo faranno il 22 settembre, la Sicilia il 23, il Veneto il 25 e la Calabria il 28 settembre.

«Abbiamo deciso di sostenere nelle aule delle varie regioni le delibere che chiederanno l’indizione di un referendum per la dichiarazione di incostituzionalità di alcune norme che consentono le ricerche e le trivellazioni minerarie nel nostro mare» ha dichiarato Michele Emiliano che ha fatto gli onori di casa. «Non una impugnativa dello Sblocca Italia ma solo di quelle parti che consentono queste attività. Non vogliamo bloccare l’attività del governo o il suo indirizzo energetico ma fare in modo che venga condiviso da tutti» ha precisato il governatore pugliese a nome di tutti i colleghi.

«Abbiamo formulato i quesiti in modo strettamente connesso alle norme che consentono le attività di ricerca e sfruttamento dei giacimenti petroliferi in mare. Lo Sblocca Italia viene impugnato – ha ribadito Emiliano – solo nei limiti nei quali agevola e cambia le norme ordinarie che sono previste per questo tipo di attività».
L’iniziativa ha comunque un valore politico importante, visto che è la prima volta che diverse regioni italiane si alleano per realizzare un progetto di futuro condiviso che contrasta con la visione del governo nazionale. «Il Mezzogiorno è una grande opportunità per tutta l’Italia – ha concluso Emiliano -. Oggi abbiamo assunto una grande responsabilità e dovremo essere coerenti in tutti gli atti perché sono quelli che cambiano veramente le cose».