A Milano la protesta del sabato contro il green pass non si sgonfia, anzi. Il quattordicesimo corteo dallo scorso luglio ha visto in piazza ancora migliaia di persone, almeno 10 mila secondo una stima della Questura, che significa un bel po’ di più. Ieri hanno sfilato dietro uno striscione sorretto da alcuni attivisti dell’area antagonista con scritto sopra: «Lavoratori contro Green Pass e obbligo vaccinale: ora e sempre resistenza». Quello milanese è diventato un appuntamento che richiama persone anche da fuori città. Un corteo eterogeneo, popolare, arrabbiato ma mai violento. Che in serata, dopo le 21, si è avvicinato alla sede della Camera lavoro milanese, tenuto a distanza dalla polizia.

Ci sono giovani e meno giovani in un mix sociale inedito per le manifestazioni milanesi. «Giù le mani dal lavoro» e «la gente come noi non molla mai» gli slogan più urlati. Camuffati in mezzo alle migliaia di persone ieri sono stati adocchiati da alcuni giornalisti anche una decina di neonazisti varesini del gruppo Do.Ra. A Milano la presenza di militanti della destra radicale è sostanzialmente pari a zero, c’è invece interesse a capire cosa sta succedendo con queste migliaia di persone in alcune frange dell’area antagonista e anarchica. Presenti anche settori del sindacalismo di base. Il corteo anche ieri ha mandato in tilt il traffico automobilistico del sabato milanese, le associazioni dei commercianti da settimane chiedono più ordine e repressione. Sono cortei che sfilano anche quattro ore e che si muovono spinti da una caos composto, anche questo molto milanese.