Le tradizioni sono dure a morire lungo la Vistola. Sono passati due anni da quando la Polonia ha celebrato il centenario della sua ritrovata sovranità ma l’11 novembre resta saldamente nelle mani degli ultranazionalisti. Quest’anno doveva essere diverso a causa dell’epidemia da Covid-19, almeno sulla carta. Gli organizzatori del Marsz Niepodległości, «corteo dell’indipendenza», avevano parlato di un patriottismo fatto soprattutto di «senso di responsabilità verso gli altri».

Al momento in Polonia sono vietati gli assembramenti di più di cinque persone per l’emergenza sanitaria. Da qui l’idea di organizzare questa edizione interamente su due e quattro ruote. L’intenzione era quella di smarcarsi dalle proteste delle ultime settimane che hanno visto decine di migliaia di polacchi riversarsi nelle strade di tutto il paese per protestare contro l’ormai inevitabile inasprimento della legislazione sull’aborto, sancito da una sentenza choc del filo-governativo Tribunale costituzionale, vicino alla maggioranza della destra populista di Diritto e giustizia (PiS). «Ci dissociamo dall’anarchia e dai tentativi di destabilizzare la vita politica e sociale del paese, portati avanti dagli ambienti liberali e di sinistra», avevano spiegato i leader di un evento in cui ogni anno a dominare sono gli slogan omofobi, antieuropei e razzisti.

E invece anche nel 2020 non è andata diversamente. Come da tradizione i patrioti polacchi si sono dati appuntamento ieri pomeriggio vicino alla rotonda intitolata a Roman Dmowski ̶ padre del nazionalismo moderno polacco ̶ nel centro di Varsavia. Dovevano restare tutti in auto, in bus o in moto per sventolare la bandiera nazionale ma poi non è andata così.

Alcuni hanno abbandonato il proprio mezzo di trasporto mentre migliaia di ultras ed esponenti della subcultura parafascista e sovranista si sono recati a piedi all’appuntamento. Tutto si è svolto come da copione tra lanci di razzi, petardi, sassaiole e scontri con la polizia in direzione e nei pressi dello stadio di Varsavia. Pare poi che la destra radicale in Polonia abbia abbracciato in pieno la tesi negazionista sul Coronavirus. In modo del tutto paradossale molti di quelli che erano a inneggiare contro l’utilizzo delle mascherine hanno sfilato con il volto coperto per non farsi riconoscere dalle forze dell’ordine. Intanto un’altra Polonia più numerosa e civile si prepara nei prossimi giorni a scendere in piazza ancora, e poi ancora, per difendere il diritto all’aborto.