Partita da Strasburgo il 18 maggio e dopo aver percorso cinquecento chilometri, è arrivata ieri pomeriggio a Bruxelles la marcia attraverso le frontiere di quattrocento attivisti e migranti «No Dublino 2» in vista del Consiglio europeo sui temi dell’immigrazione, che si svolgerà giovedì e venerdì prossimi nella capitale belga.

A partire da lunedì (quando arriverà anche la delegazione italiana, con rappresentanti dei Blocchi precari metropolitani, del Movimento migranti e rifugiati, dell’Usb e della Rete Iside), è prevista una settimana di azioni e iniziative di vario genere (tra le quali una conferenza stampa al Parlamento europeo, un tour nei luoghi delle lobby europee e un controsummit), che culmineranno in una manifestazione, giovedì prossimo, proprio nella piazza del beghinaggio, davanti alla chiesa simbolo dove sono tuttora ospitati una quarantina di afghani.

Quattrocento immigrati da Francia, Germania, Italia e Olanda hanno affrontato il rischio di essere bloccati alle frontiere per raggiungere Bruxelles e chiedere libertà di circolazione nella Giornata internazionale dei rifugiati.
Intanto, oggi pomeriggio partirà da Milano il «No Borders Train», diretto verso la Svizzera. Centinaia di attivisti e rifugiati si sono diretti verso le frontiere con l’obiettivo di chiederne l’apertura alle autorità svizzere. Ieri in tutta Italia si sono svolte manifestazioni, a cominciare da Roma, dove si moltiplicano le voci di imminenti sgomberi delle occupazioni abitative (dove vivono molti immigrati) dopo l’approvazione della legge Lupi che nega la residenza agli occupanti.

Si sono svolte anche manifestazioni istituzionali. A Siracusa la presidente della camera Laura Boldrini è salita a bordo della «Nave San Giorgio» per dire che «l’Europa fa non fa la sua parte nel salvare vite umane in mare». «Lo sforzo di salvare le vite umane in mare», come fa l’Italia con l’operazione Mare Nostrum – ha aggiunto – non può essere demandato soltanto al nostro Paese», perché «quella zona è la frontiera dell’Europa».