Si allungano i tempi della fusione Fiat-Chrysler, e questo a causa della sentenza della Corte del Delaware, che ieri si è pronunciata sull’acquisto delle quote del big Usa dell’auto in mano al fondo Veba. La Corte del Delaware ha deciso che Fiat «ha diritto di acquistare una parte della partecipazione Veba in più tranche a un prezzo da determinarsi secondo una formula predefinita» nell’ambito della causa con il Fondo pensione del sindacato Usa. Lo spiega il Lingotto in una nota: «La corte del Delaware ha accolto, senza ulteriore istruttoria – spiega – le domande di Fiat su due delle questioni più rilevanti della causa». Uno dei punti al centro della questione era il calcolo dell’indebitamento di Chrysler ai fini della valutazione della quota detenuta da Veba nella controllata americana del Lingotto. Tuttavia, il giudice ha spiegato di aver bisogno di più prove prima di poter decidere quanto Fiat debba pagare per le azioni Chrysler: in sostanza la Corte del Delaware non è convinta dell’obbligo di Veba di vendere al Lingotto 54 mila azioni per 139,7 milioni di dollari. Una decisione che rischia di allungare, appunto, i tempi della fusione. La Fiat, infatti, intende acquistare il 41,5% in mano a Veba in parte grazie a «call option» entro il 2016, ma la differenza di valutazione su una iniziale opzione call legata a una quota del 3,32%, è di circa 200 milioni di dollari, che diventerebbero circa 2,5 miliardi di dollari per l’intero pacchetto. Anche per questo la quota di Chrysler detenuta da Fiat è finora rimasta congelata al 58,5% di un anno fa.