Il governo di Alexis Tsipras è riuscito a far approvare le nuove misure imposte dai creditori in modo da dare luce verde alla tranche di aiuti di 2 miliardi di euro a cui si aggiungono i 10 miliardi che dovranno essere utilizzati per la ricapitalizzazione delle banche. I contraccolpi politici, tuttavia, non sono mancati.
Tre deputati della maggioranza non hanno voluto dare il loro sostegno e il governo, ora, può contare su 153 voti su un totale di trecento membri della Voulì, il parlamento di Atene. Tra questi c’è Gavriìl Sakellarìdis. Il giovane ex portavoce del governo aveva già informato Tsipras della sua intenzione di non votare le nuove misure. Il suo dissenso riguarda la rete di protezione per i cittadini indebitati con le banche e la possibilità che perdano la prima casa. Il leader di Syriza ha chiesto a Sakellarìdis di dimettersi per disciplina di partito e di lasciare il seggio al primo dei non eletti e il trentacinquenne economista – che era anche stato candidato sindaco di Atene – ha seguito le indicazioni. Il secondo caso riguarda Stathis Panagoulis, fratello di Alekos, l’eroe della resistenza contro i colonnelli e compagno di Oriana Fallaci. Anche Panagoulis ha deciso di non votare le «precondizioni agli aiuti» poste dalla nuova Troika ed è stato espulso dal gruppo parlamentare di Syriza, senza che per ora, tuttavia, gli sia stato richiesto di restituire il seggio. Il terzo caso riguarda il deputato conservatore dei Greci Indipendenti Nikos Nikolopoulos: già noto per una serie di dichiarazioni omofobe che avevano messo la maggioranza di governo in forte imbarazzo, ha dichiarato di «voler rispettare il proprio mandato, basato sulla promessa di proteggere la prima casa, gli stipendi e le pensioni». Al contrario di Sakellarìdis, malgrado l’invito del leader di Anel a dimettersi, ha deciso di tenere il seggio.
Il motivo principale di dissenso è la formulazione finale delle misure che riguardano la perdita della prima casa a causa di debiti verso gli istituti bancari. I criteri adottati per la protezione dell’immobile dei cittadini in difficoltà economica sono piuttosto complessi e, secondo il quotidiano Efimerìda ton Syndaktòn, vicino a Syriza, viene tutelato con certezza il 25% dei debitori, mentre per la prima casa dei cittadini a «medio reddito» (circa il 35% del totale) non c’è la certezza assoluta che vada all’asta. Il governo ha comunque cercato di estendere la protezione sino al 2018 nella speranza che, nel frattempo, la situazione economica migliori e si possano ricontrattare con i creditori condizioni più favorevoli. Per quel che riguarda la tassa sul vino, invece – un altro punto controverso – è stata ridotta a 25 centesimi a bottiglia dagli iniziali 30 previsti. «Nuova Democrazia si dovrebbe vergognare di criticare le nostre misure, dovrebbe fare solo una seria autocritica», sottolinea il ministro alla presidenza Nikos Pappàs, tra i più stretti collaboratori di Tsipras.
Fonti del governo di sinistra ellenico, poi, smentiscono qualunque ipotesi riguardo a eventuali esecutivi di larghe intese. Una possibilità in cui sperano sia i conservatori, dilaniati da una guerra interna per la leadership, quanto i socialisti del Pasok ed i centristi del «Fiume».
Ora Alexis Tsipras punta a concludere rapidamente la prima valutazione da parte delle istituzioni creditrici riguardo all’applicazione delle «riforme» e alla ricapitalizzazione delle banche entro la fine dell’anno per far poi partire la tanto agognata trattativa sulla riduzione del debito pubblico del paese.
Nell’immediato, si vuole riuscire a creare almeno 12.000 nuovi posti di lavoro, che sino a maggio del 2016 dovrebbero diventare 100.000.
Ma le sfide difficili non sono comunque tutte alle spalle: in settimana potrebbe concludersi la discussione sulla riforma del sistema pensionistico, che nelle intenzioni dei creditori dovrebbe portare a ulteriori probabili tagli. Syriza si impegna a portare avanti una riforma che non penalizzi i pensionati con redditi mensili inferiori a mille euro ma il confronto, nella sua fase finale, sarà certamente duro e pieno di insidie.