Cinquantanove commi in meno, quindici argomenti «espunti» dalla manovra: dall’organizzazione del ministero della giustizia alla Tobin tax, dal mercato tutelato dell’energia (la cui fine non sarà rinviata) alla cambiale digitale, dal personale delle provincie all’agenda digitale. Ma è una soltanto la cancellazione operata dalla presidente del senato Elisabetta Casellati che scalda gli animi. Dalla legge di bilancio esce la norma che chiariva che la vendita della canapa light è legale. Uno stralcio atteso, anzi invocato dalle opposizioni che si erano rivolte nei giorni scorsi alla presidente del senato, senatrice di Forza Italia dell’area filo leghista. La destra ha accolto la notizia con cori di giubilo, La Russa, che ha anche i galloni di vice presidente dell’aula, si è lasciato trascinare dall’entusiasmo dando del «drogato» a un collega 5 Stelle. I grillini hanno contestato la decisione accusando Casellati di aver fatto una scelta politica. Il Pd ha reagito in maniera assai più cauto, quasi come si fosse tolto un peso: «Sono amareggiato – ha detto il capogruppo Marcucci – ma andiamo avanti».

Sulla Canapa la presidente del senato, le cui decisioni sull’ammissibilità degli emendamenti sono inappellabili, è andata pesante, cancellando cinque commi del maxi emendamento del governo. Nel complesso un testo identico a quello già approvato in commissione, con un sub emendamento del 5 Stelle Mantero, dopo che era stato ritenuto perfettamente ammissibile dal presidente della commissione bilancio. Casellati è potuta tornare sull’argomento e far contenta la sua parte politica solo perché il governo ha scelto di modificare in aula la legge di bilancio, con il maxi emendamento che ha riscritto tutta la manovra ma che è dovuto passare anche lui per il vaglio di ammissibilità della presidenza. «Casellati – ha detto il deputato di +Europa Magi – copre resistenze interne alla maggioranza e la più becera impostazione salviniana che rafforza i mercati illegali».

La presidente del senato ha spiegato la non ammissibilità con il fatto che i commi sulla canapa (come gli altri cancellati) hanno contenuto «ordinamentale». Nella legge di bilancio, invece, devono entrare sono disposizioni a contenuto finanziario che non introducono «disciplina del tutto innovativa» in altri settori dell’ordinamento. Questo in teoria. In pratica attraverso le leggi finanziarie sono state introdotte di frequente riforme di interi settori. La serie di modifiche previste dai commi sulla cannabis che sono stati stralciati, in questo caso, prevedevano persino l’introduzione di una nuova tassa sulla produzione e consumo delle biomasse di cannabis sativa con contenuto di thc inferiore allo 0,5%. Una norma che è molto difficile considerare estranea alla legge di bilancio.

Casellati, per niente aiutata da leghisti, fratelli d’Italia e berlusconiani che sono intervenuti in massa per elogiarla, ha reagito alle critiche dei grillini sostenendo che «tutte le mie decisioni sono scevre da condizionamenti politici». Chi le ha fornito qualche alibi, oltre allo strumento per intervenire e cioè il maxi emendamento, è stata proprio la maggioranza. Che in aula ha voluto più volte precisare che lo stralcio delle norme sulla canapa non avrebbe avuto effetti sul bilancio, questo per evitare di dover aggiornare i conti con una nuova relazione e chiudere al più presto il passaggio in senato. Stesse assicurazioni dal sottosegretario Pd all’economia Misiani, al che Casellati ha potuto chiosare: «Dalle parole del governo capisco che sono tutte norme ordinamentali, come volevasi dimostrare». Poi la presidente ha invitato la maggioranza a «presentare un disegno di legge, se ritenete importante il tema» della canapa light. In realtà quel disegno di legge c’è già, presentato dallo stesso senatore Mantero, e 50 senatori hanno anche sottoscritto la richiesta di esaminarlo con urgenza. A luglio