L’amministrazione Biden ha parzialmente chiuso con una legge sull’immigrazione dell’era Trump che permetteva di respingere i migranti, inclusi i minori non accompagnati. La famigerata legge è l’ordine 42 emesso nel marzo 2020 dal Centers for Disease Control and Prevention, Cdc, che autorizzava gli Usa ad espellere le famiglie di migranti che attraversavano la frontier con il Messico, sulla base della situazione sanitaria compromessa dalla pandemia. Da quando è stato emanato, l’ordine ha permesso 1,6 milioni di espulsioni.

La legge era stata criticata dalle associazioni per i diritti dei migranti e dalla American Civil Liberties Union, in quanto portava al respingimento dei migranti verso situazioni e zone pericolose e, nonostante le critiche da parte anche dei suoi compagni di partito, Biden aveva difeso l’ordine 42 come strumento chiave per fermare la diffusione del coronavirus all’interno delle strutture di frontiera, almeno fino all’inizio dello scorso anno, quando i minori non accompagnati erano stati esentati dalla politica di espulsione.
Il 4 marzo il giudice federale del Texas Mark Pittman aveva deliberato che i minori non potevano comunque essere esclusi da un provvedimento che non ammetteva eccezioni, sostenendo che il Texas, che aveva contestato l’esenzione, fosse stato danneggiato economicamente dal collocamento dei bambini migranti nello Stato, a causa delle spese mediche e scolastiche che aveva dovuto sostenere.

Ad intervenire andando contro il giudice Pittman è stata la direttrice del Cdc, Rochelle Walensky, che ha chiesto di interrompere l’applicazione dell’ordine in quanto il tasso di vaccinazione continua a crescere mentre i casi di Covid-19 stanno scendendo. In una nazione che sta eliminando l’uso delle mascherine e le prove di vaccinazione in tutti i luoghi chiusi, e dove l’approccio alla pandemia è ormai quello di un problema risolto, diventa difficile giustificare il respingimento dei minori non accompagnati con quella stessa pandemia presentata come scomparsa. Nel suo ordine Walensky ha affermato che il Cdc completerà una nuova revisione entro il 30 marzo per decidere se le famiglie di migranti e gli adulti dovranno o meno continuare ad essere espulsi.