Stiamo ai fatti: la proposta ufficiale di legge elettorale è quella votata l’altro giorno in commissione Affari costituzionali della Camera, metà maggioritaria e metà proporzionale (per finta) inzeppata di liste bloccate. Una proposta a dir poco indecente, che infatti il Comitato per la Democrazia Costituzionale boccia senza appello. Il Pd vuole «ignorare e ribaltare il risultato del 4 dicembre 2016. I cittadini italiani hanno impedito lo stravolgimento della Costituzione democratica» ma oggi «come se niente fosse, Renzi ripropone un Parlamento con deputati e senatori nominati dai capipartito». Inoltre, a causa del divieto di voto disgiunto, «la rappresentatività delle assemblee parlamentari risulterà drasticamente ridimensionata perché l’uninominale maggioritario premierà le forze politiche localistiche, determinandone una sovrarappresentazione» e favorirà il cosiddetto «voto utile» moltiplicando l’effetto maggioritario «a scapito dell’uguaglianza del voto». E, in ogni caso, «la composizione della rappresentanza sarà ancora una volta nelle mani di pochissimi individui, mantenendo in piedi il carattere oligarchico del sistema politico attuale. Il voto non è libero, personale e diretto come afferma la Costituzione e gli elettori potranno solo ratificare le decisioni dei capi partito».

Naturale che il Comitato si appelli a quanti – soprattutto le forze politiche – si sono schierati per il No nel referendum costituzionale affinché respinga una simile proposta: «Gli elettori hanno il diritto di decidere da chi vogliono essere rappresentati. L’Italia ha bisogno che la rappresentanza del popolo italiano sia reale e non alterata da leggi bugiarde. Questo è indispensabile per ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche, per evitare lo svuotamento della democrazia garantita dalla Costituzione, per evitare derive autoritarie e personalistiche. Basta con leggi maggioritarie che alterano la rappresentatività e discriminano le forze minori regalando a minoranze la maggioranza parlamentare con trucchi legislativi. È giunta l’ora di restituire la sovranità agli elettori».

Con l’approdo in commissione di questa proposta, comunque, il balletto (o se preferite il tormentone) sulla riforma elettorale non è finito. Il Pd, infatti, con una mano porta avanti il suo testo di legge dalla natura ipermaggioritaria e con l’altra tratta con Forza Italia un testo proporzionale sul modello tedesco in cambio di elezioni anticipate. Così svelando che il vero obiettivo non è dare al paese una legge elettorale finalmente democratica e coerente con la Costituzione, bensì andare a votare – con una legge elettorale quale che sia, par di capire – prima di dover mettere mano alla legge di bilancio, che non sarà certo popolare.

Un motivo in più per partecipare numerosi alla “Settimana della Costituzione” che i comitati stanno organizzando in tutta Italia in occasione del 2 giugno per «dare la sveglia al parlamento»:

Trieste: 1 giugno, ore 17,30, le vignette di Ro Marcenaro – Piazza Cavana.

Genova: 2 giugno, ore 11, «Festa popolare della Repubblica, della Costituzione e del voto alle donne» – parco storico dell’Acquasola (zona piazza Corvetto).

S.Giuliano Milanese: 2 giugno, ore 10, festa sull’aia con Felice Besostri –  Cascina Santa Brera.

Bergamo: 2 giugno, ore 19,30, cena della Costituzione – Circolino della Malpensata (via Luigi Luzzatti 6).

Concorezzo: 3 giugno, ore 10, laboratori per bambini, musica e dibattito con F. Besostri – Cortile della Corte Nuova.

Perugia: oggi, ore 16, con Gratteri – Palazzo Donini; 2 giugno, ore 10, pic-nic della Costituzione – Giardini del Frontone.

Firenze: martedì 30, ore 9,40, in treno a vapore fino a Pistoia – partenza dalla Stazione di Sms.

Parma: 4 giugno, dalle 16, spettacoli, musica e dibattito con M. Sentimenti – Casa Cantoniera, via Mantova 24.

Reggio Emilia: 2 giugno, dalle 16, corteo, musica, recite, letture – parco F.lli Cervi.

Ravenna: 2 giugno, festa della Repubblica con la Costituzione in mano – piazza del Popolo.

Altre info su www.referendumcostituzionale.info e facebook @referendumiovotono.