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Tassìa Christodulopulu, ministra del governo Tsipras per le politiche migratorie, in questa intervista al manifesto denuncia il pericolo che Alba Dorata possa sfruttare i grandi flussi migratori che attraversano la Grecia, per aumentare la propria forza alle elezioni del 20 settembre. Con la corresponsabilità di molte altre forze politiche. Ritiene che “Dublino 2” sia superato dalla realtà e dal prevalere della Convenzione di Ginevra, e concorda con la richiesta italiana di organizzare, dai paesi di partenza, i flussi dei migranti. Christodulopulu, dice «no» all’Europa come fortezza e rivendica, infine, l’importanza della legge sulla cittadinanza ai figli degli immigrati.

Ha dichiarato di recente che l’immigrazione sarà uno dei temi principali della campagna elettorale. Come affronta la Grecia, un problema così importante?
È chiaro che la nostra situazione economica rende più difficile poter accogliere, ospitare e dare tutti i diritti che è giusto vengano concessi ai profughi. Il loro numero, in rapporto alle nostre strutture, non ci permette di organizzare una accoglienza adeguata. Speriamo, tuttavia, che grazie agli aiuti straordinari e di natura tecnica che arriveranno dall’Unione europea, riusciremo presto ad offrire una ospitalità che tenga conto di tutte le esigenze di ogni essere umano e di tutti i diritti di cui vogliono e devono godere nel nostro paese. Credo, poi, che siccome i partiti di opposizione non hanno molti argomenti per portare avanti le loro tesi, sceglieranno la questione dell’immigrazione e dei profughi, come tema principale della campagna elettorale. I mezzi di informazione hanno iniziato una campagna di mistificazione, di diffusione della paura e dei pregiudizi all’interno della società. Lo scopo è usare la sofferenza che può provocare la presenza dei profughi, sia nelle isole che in zone centrali di Atene, come Pedìon tou Areos. Vogliono influenzare gli elettori. Ho dichiarato chiaramente, tuttavia, che chi deciderà di seguire questa via, oltre a sfruttare in modo inammissibile una questione così delicata, politicamente, colerà a picco e farà aumentare solo i voti dei nazisti di Alba Dorata.

Teme un pericolo immediato, una crescita di Alba Dorata?
Sino a questo momento non abbiamo constatato una cosa del genere. Ma se nelle settimane a venire, tutti i partiti greci si concentreranno solo sui profughi, accusando il governo Tsipras di aver aperto i confini, parlando di un pericolo di contaminazione della società greca dalla presenza dei migranti e di mancati controlli all’ingresso delle nostre frontiere, il rischio c’è. Se vengono sostenute le falsità ripetute sinora da Alba Dorata, allora i neonazisti possono, realmente, aumentare la propria forza in parlamento, perché gli elettori hanno sempre un istinto molto forte, e tra l’imitazione e l’originale, scelgono la seconda alternativa. Che è costituita, purtroppo, dai fascisti e dai razzisti che ben conosciamo.

Il ministro degli esteri italiano, Paolo Gentiloni ha chiesto il cambiamento di “Dublino 2”, che obbliga solo i paesi dai cui i profughi entrano in Europa, a concedergli asilo. Chiede anche flussi migratori legali e organizzati. La Grecia cosa risponde?
Già il grande spostamento di profughi verso i paesi del centro Europa ha di fatto annullato sia i regolamenti di Dublino che Schengen. Nessun paese può impedire ai profughi di oltrepassare i propri confini, come previsto anche dal Trattato di Ginevra. Dublino valeva per gli anni in cui gli spostamenti dei profughi erano molto ridotti ed era possibile, quindi, che ritornassero nei paesi da cui erano entrati in Europa. Ora, però, che arrivano a centinaia di migliaia, questo è impossibile. Anche la signora Merkel, che è caratterizzata da un realismo legato al positivismo tedesco, ha compreso che la situazione, in questi termini, non può andare avanti, ed ha scelto di dichiarare che sospenderà Dublino e permetterà ai profughi siriani di entrare liberamente nel suo paese.
Sono pienamente d’accordo con il ministro Gentiloni che l’unica possibilità per una soluzione realistica e dignitosa sia rappresentata dalla concessione di un visto per motivi umanitari, nei paesi da cui partono o passano i profughi. In modo, cioè, che queste persone viaggino in sicurezza, senza rischiare di perdere la vita in mare, e che venga colpita anche la tratta, perché le organizzazioni degli scafisti non avranno più clienti. Si riuscirebbe, inoltre, a garantire la sicurezza su cui insistono i paesi europei, rispetto ai terroristi dell’Isis. Attraverso i visti umanitari, le ambasciate e i consolati, i vari paesi europei controlleranno l’identità e l’attività di chi presenterà domanda.

A chi dice che il governo greco ha aperto in modo irresponsabile i suoi confini ed ha permesso a migliaia di profughi di arrivare in Serbia e nel centro Europa, cosa risponde?
Dobbiamo controbattere a due accuse. Una sul fronte interno ed una su quello esterno. La prima sostiene che abbiamo permesso ai profughi di arrivare sulle nostre isole, aprendo i confini. Voglio dire che è del tutto priva di fondamento, dal momento che i confini marittimi sono sorvegliati, ma non possiamo impedire ai profughi di arrivare sulle coste delle nostre isole. In molti casi, i gommoni, quando entrano nelle acque greche, vengono tagliati, inizia ad entrare acqua ed è assolutamente obbligatorio attivare il salvataggio. C’è poi la seconda accusa, che viene mossa dall’estero, in base alla quale permetteremmo a queste persone di partire per il centro Europa. Voglio dire chiaramente che i profughi hanno trovato un passaggio, da soli, nella regione di Kilkìs, nel Nord della Grecia e che noi non possiamo militarizzare i nostri vastissimi confini nei Balcani. In ogni caso, credo che questa Europa-fortezza, che ha mostrato tutti i suoi limiti, deve smettere di essere un ostacolo alla libera circolazione di coloro che sono alla ricerca di un luogo sicuro, e cercano di lasciarsi alle spalle guerre e scontri tremendi.

È possibile unire la solidarietà alle esigenze legate alla sicurezza?
Nessuna delle persone che arriva sulle nostre isole o ad Atene, vuole rimanere in Grecia, ma desiderano arrivare nei paesi dell’Europa centrale. Il nostro paese, ormai, è troppo povero per assorbire altri immigrati, funzioniamo da transito e questo ci impedisce di poter avere una politica ad ampio spettro sui profughi e gli immigrati, perché mancano i soggetti con cui discutere di questa politica.

Il governo di Syriza ha approvato la legge che concede la cittadinanza greca ai figli degli immigrati. Un passaggio importate per la sinistra greca?
Era, indubbiamente, un nostro dovere verso gli immigrati che vivono in Grecia con il permesso di soggiorno. La legge prevede che la cittadinanza venga data ai figli di famiglie immigrate, che sono nati nel nostro paese, da genitori che vivono in Grecia da almeno cinque anni. Credo che si tratti, in realtà, di un obbligo di ogni paese europeo. Diamo la nostra cittadinanza a chi vuole condividere la nostra cultura, il nostro presente e il nostro futuro. Si tratta di cittadini che devono avere – oltre che obblighi – anche tutti i diritti che gli spettano.