«Era facile amarla perché era una bella emiliana simpatica e prosperosa come solo sanno essere le donne emiliane. Grande in cucina e grande a letto. Il massimo che in Emilia si chiede a una donna». C’è da chiedersi perlomeno quale fonte abbia utilizzato il giornalista Giorgio Carbone (ma chi è?) per scrivere un tale articolo in ricordo di Nilde Iotti, a vent’anni dalla morte della prima presidente donna della Camera, partigiana e comunista, pubblicato il 5 dicembre in prima pagina dal quotidiano Libero.

L’occasione per una tale serie di luoghi comuni sessisti da spogliatoio di serie Z è stato offerto dalla messa in onda della fiction tv Storia di Nilde, nella quale Anna Foglietta interpreta la più longeva terza carica dello Stato italiano. Il Carbone riesce a non smentirsi neppure con l’attrice di cui scrive: «(buona scelta, una romana bella e soda)».

È troppo, non solo per Pd e M5S che hanno protestato subito ma anche per il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti che denuncia la violazione delle «regole principali deontologiche»: «Sessismo e omofobia: il giornalismo è un’altra cosa». L’Ordine annuncia di aver «già provveduto a segnalare al Collegio di Disciplina territoriale competente questo nuovo infortunio del quotidiano milanese». Condanne anche da Fnsi, Usigrai e dall’associazione Giulia giornaliste.