È pronto il documento della maggioranza che stabilisce il percorso delle riforme e delle legge elettorale, posto che la prima tappa sarà approvata definitivamente martedì: il taglio dei parlamentari. Il testo messo a punto ieri dagli esperti di M5S, Pd, Leu e Iv contiene tutto in poche righe, dalla riforma dei regolamenti parlamentari alle tre revisioni su cui c’è accordo e possono partire entro questo mese (art. 57 e 58 sul senato, art. 83 sull’elezione del presidente della Repubblica) alle due su cui non c’è accordo (modifiche al bicameralismo paritario e sfiducia costruttiva) e che andranno approfondite entro dicembre quando partirà l’esame di una nuova legge elettorale per rimediare, per quanto possibile, agli effetti negativi del taglio sulla rappresentanza (quindi, logicamente, una legge a base proporzionale).

Mercoledì al tavolo in cui si è stretto l’accordo sulle modifiche costituzionali erano seduti assieme i 5S e Maria Elena Boschi. Incredibile, a ricordare le furiose battaglie dei pentastellati contro la ministra delle «schiforme», ma quasi ovvio se si fa lo sforzo di guardare agli argomenti messi in campo allora e adesso. La propaganda di grillini e renziani è identica, a cominciare dal taglio delle poltrone che farebbe risparmiare mezzo miliardo. Ieri il blog delle stelle ha pubblicato un video del 1984 in cui Nilde Iotti parla in favore della riduzione dei parlamentari. E il capogruppo dei senatori Pd Marcucci, già pugnace colonnello di Renzi ai tempi del referendum costituzionale, è immediatamente insorto contro gli alleati di oggi: «Giù le mani!». Il buffo è che tre anni fa accadeva l’inverso. Allora erano i renziani, e particolarmente Boschi, ad arruolare la memoria di Nilde Iotti alla loro causa e a reagire indignati erano i 5 Stelle.
Potenza delle strumentalizzazioni, ha ragione Marcucci oggi come l’avevano i grillini allora. Il video scelto dal blog mostra l’ex presidente della camera e dirigente comunista sul divano accanto a Raffaella Carrà, forse per un’esigenza pop che la registrazione di un più celebre discorso a Piombino disponibile su Radio Radicale non avrebbe soddisfatto. In tv la compagna di Togliatti dice quello che ha detto tante volte in interviste, convegni e atti parlamentari, di essere cioè favorevole alla fine del bicameralismo perfetto (ragione per cui la tiravano in ballo i renziani) e di considerare necessaria una riduzione dei parlamentari (per questo piace ai 5 stelle). Tra l’altro la commissione per le riforme che Iotti guidò nei primi anni Novanta era andata vicina all’approvare un taglio di deputati e senatori della stessa misura di questo firmato 5 Stelle.

Quello che però la ex presidente della camera, che era stata costituente e componente della commissione dei 75, non avrebbe mai immaginato e certamente combattuto è la motivazione, dunque il contesto, in cui i grillini portano avanti il taglio. Di Maio che annuncia che con meno politici c’è più democrazia, che le leggi le fanno meglio i cittadini con il referendum, che dopo il taglio bisognerà ridurre gli stipendi e prevedere il vincolo di mandato non avrebbe mai avuto Iotti come alleata. L’intento della dirigente comunista era opposto ai furori antiparlamentari grillini. Iotti, che ragionava in un tempo in cui i partiti erano forti e avendo in mente un sistema elettorale proporzionale di tipo tedesco, si preoccupava di tenere il parlamento al centro della Repubblica garantendogli autorevolezza ed efficienza. Motivo per cui non avrebbe mai neanche approvato il finto senato dopolavoristico voluto da Renzi tre anni fa. Come allora dicevano, a Boschi, i 5 Stelle.