Kampala, capitale dell’Uganda, è epicentro di una nuova scena musicale, tanto inattesa, quanto interessante. Sulle sponde del lago Vittoria ha trovato casa da qualche anno l’elettronica contemporanea africana, grazie al microcosmo che ruota attorno al nome Nyege Nyege, con cui sono rintracciabili una etichetta discografica e un festival attivi dal 2015.
Da quella complessa ma al contempo entusiasmante rete di esperienze arriva Kaloli, primo disco firmato dai Nihiloxica, formazione di punta della bugandan techno. Si tratta di un vero e proprio crocevia musicale tra i suoni tradizionali locali e quelli sintetici di provenienza europea, ognuno dei quali è rappresentato all’interno del sestetto. Non si tratta di un’operazione costruita a tavolino, ma di un fortuito e fruttuoso incontro di storie personali che vede protagonisti due inglesi e quattro ugandesi. Una bella narrazione di quelle che fan bene alla mente, dove la capacità di ascolto, la creatività e l’incontro di culture diverse ha reso buoni frutti. «Nihiloxica nasce come collaborazione attiva tra il Nilotika Cultural Ensemble, Nyege Nyege Tapes, Spooky-J e il sottoscritto. Spooky-J si è recato a Kampala nel 2016 dove ha suonato al Nyege Nyege Festival, incontrando per la prima volta il collettivo Nilotika, rimanendo colpito dalle loro attività. Il progetto ha iniziato a prendere corpo in quel momento».
A parlare è Peter «pq» Jones, sodale di lungo corso di Jacob «Spooky-J» Maskell-Key sin dai tempi degli studi in comune al Leeds College of Music. Grazie all’entusiasta resoconto avuto dall’amico e collega, pq ha deciso di farsi coinvolgere appieno nell’avventura. Oltre alle opportunità artistiche offerte dalla kermesse e dalla label, a incidere sulla scelta dei due è stato anche lo stimolante clima culturale di Kampala e in particolare, il valore del lavoro svolto dal Nilotika Cultural Ensemble, un’organizzazione comunitaria basata sulla conservazione e diffusione delle arti autoctone. Durante la loro permanenza, hanno ottenuto una residenza artistica presso il club Boutiq Electronic, arrivando a includere nella loro formazione una serie di musicisti locali, strutturando in tal modo l’embrione degli attuali Nihiloxica.

IL RISPETTO
Far convergere la millenaria tradizione poliritmica ugandese con la sensibilità techno si è rivelata un’idea valida, creando un nuovo linguaggio musicale possibile solo grazie al mutuo e reciproco rispetto: «Il modo in cui affrontiamo la nostra fusione musicale è imparando e suonando insieme, avvicinandoci a una collaborazione interculturale in modo premuroso e salutare. Per questo abbiamo passato molto tempo ad apprendere i ritmi tradizionali dei tamburi Bugandan e ad applicarli ai nostri strumenti, trovando i suoni migliori. Anche i ragazzi di Nilotika hanno imparato tanto sul come approcciare e rispondere ai suoni del synth e come suonare con un metronomo, cosa che facciamo in alcune canzoni. Come sai, la musica africana non mantiene esattamente lo stesso timing, ma fluisce in modo estremamente naturale e noi vogliamo incorporare questa caratteristica il più possibile nel nostro suono».
L’album, che trae il nome dalla definizione in swahili del marabù in bella vista sulla copertina, è stato inciso nello Yorkshire: «È la prima volta che lo facciamo al di fuori dell’Uganda, e abbiamo ottenuto una produzione molto più forte e limpida, anche se siamo rimasti fedeli al nostro fondamentale processo di registrazione dal vivo. Kaloli è una dichiarazione di tutto quanto realizzato come band fino ad ora. Contiene anche canzoni scritte anni fa e che abbiamo sempre suonato dal vivo, ma che non sembravano mai adattarsi alla pesante atmosfera industrial dei nostri ep, mentre in questo caso fanno parte di un discorso organico».
Le undici incisioni incluse, a dispetto della ridotta strumentazione utilizzata, hanno dalla loro una spiccata varietà espressiva, caratteristica che permette al lavoro di suonare estremamente fruibile e contemporaneo, riuscendo ad incontrare non solo i gusti degli amanti della techno e della dance, ma anche di chi apprezza tanto i suoni dal mondo che il jazz d’improvvisazione. Grazie alla maestria dei quattro ugandesi, vengono inclusi alcuni tra i principali stili percussivi della loro terra, donando una ricchezza sonora stupefacente. Come e cosa avvenga, lo raccontano le parole di pq: «In Busoga rendiamo omaggio al ricco patrimonio musicale della omonima regione nell’est dell’Uganda. È anche l’unica canzone imperniata su una scala maggiore, come molta musica ugandese. Nella parte centrale ha uno stile jazz fusion, dove armonia e ritmo vengono sciolti nei ritmi sincopati. Bwola prende il nome di una antica cerimonia di ballo usata durante l’insediamento delle famiglie reali nella regione di Acholi nel nord dello stato. Con Spooky-J siamo arrivati fin lassù per un progetto di registrazioni sul campo, rimanendo colpiti da come questi venti batteristi tradizionali con i loro ritmi fossero veramente heavy metal! Al punto tale che abbiamo deciso di trasporre questa sensazione nel brano. C’è spazio anche per passaggi più dolci, come si ascolta nella melodia di Salongo, il momento più riflessivo di Kaloli. Anche dietro a questo titolo c’è una piccola storia da raccontare: in Uganda i figli gemelli sono sacri, quindi ai genitori viene assegnato un titolo diverso dopo la nascita. Alla madre viene dato il nome di Nalongo, al padre quello di Salongo… bene, per noi il riferimento è a Ian, il padre di Spooky-J, in quanto Jacob ha due sorelle gemelle».

LINEA DI TENDENZA
L’aneddotica a cui fa riferimento l’inglese, sembra in realtà sottolineare ancor più una linea di tendenza degli ultimi anni, che vede alcuni direzioni dell’electro prodotta a livello mondiale spingersi francamente e senza remore, oltre che con competenza, verso l’inclusione di stili e generi della world music apparentemente lontani anni luce. In tal senso non va affatto sottovalutato quanto sta accadendo oggi nella capitale ugandese: oltre la cultura dei rave party e un’attitudine bohémienne del momento, Kampala appare come un vivido luogo di aggregazione. Che per l’ennesima volta manifesta di come fuori dai continenti musicali dominanti, in realtà vi sia molto di più di quello che si pensi. Toccando in questa circostanza un mondo sonoro, quello electro, usualmente considerato patrimonio statunitense ed europeo: «Il pubblico del Nyege Fest varia. È iniziato come un mix di estranei a Kampala che sentivano di non aver spazio per esprimersi liberamente, sia espatriati che locali. Ad oggi si è costruito un nome nel paese, quindi attrae classi di persone diverse e per vari motivi. Forse per ascoltare musica diversa, andare a una festa folle o vedere di cosa tratta l’hype mediatico. Poi però resta altro, oltre la rassegna. A Kampala la vita notturna costa pochissimo. Le persone hanno scarse pretese e cercano semplicemente di divertirsi. Berranno, berranno e berranno fino al sorgere del sole in quasi tutte le sere della settimana. Come disse una volta il nostro buon amico Kampire: “Le persone a Kampala continueranno a festeggiare fino al loro primo obbligo il giorno successivo”. Questo perché la musica è spesso molto allegra, una mescola di dancehall, afrobeat, local & global pop, e tutti ballano. Kampala è una città festaiola, grazie anche alle persone che vengono qui per allontanarsi dalle loro lotte nei paesi vicini come il Congo e il Sud Sudan. Qui possono scatenarsi ed essere più libere».

 

I Nihiloxica sono composti da sei elementi: Mwanje «Jally» Jamiru Engalabi (long drum), Aineomugisha «Spyda» Alimansi Wanzu (shaker, long drum), Kasooma «Prince» Henry (small drum), Isabirye «Isa» Henry Bakisimba (bass drum), Peter «pq» Jones (sintetizzatori), Jacob «Spooky-J» Maskell-Key (drum kit & elettronica). L’esordio avviene il 30 novembre 2017 con l’omonimo ep «Nihiloxica» contenente quattro brani per poco meno di trenta minuti pubblicato dall’etichetta Nyege Nyege Tapes. La quale si occuperà anche della successiva uscita discografica intitolata «Biriri», un ulteriore extended play che vede la luce il 13 febbraio del 2019 e con cui la band stabilizza i componenti in quello che è l’odierno assetto. Mettendo a frutto le esperienze maturate in vari tour europei, tra cui la presenza al Red Bull Fest di Londra assieme ad Aphex Twin, nel settembre 2019 registrano «Kaloli».