Un incontro costruttivo, durato più del previsto. Così il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, sul colloquio di mercoledì con la controparte statunitense, Antony Blinken, a margine di una ministeriale del Consiglio artico a Reykjavik. Nel primo faccia a faccia tra i capi della diplomazia dei due Paesi dall’insediamento di Joe Biden, le parti hanno ribadito la volontà di trovare un punto di incontro nei rapporti bilaterali, ferme restando le profonde divergenze che tradizionalmente caratterizzano le interazioni tra Mosca e Washington nel contesto globale.

«Gli Stati uniti vogliono una relazione prevedibile e stabile con la Russia», ha detto il segretario di Stato usa: una dichiarazione ripresa anche da Lavrov, che ha sottolineato la necessità per i due Paesi di tornare a collaborare negli ambiti di comune interesse. Proprio questi ultimi – dal contrasto alla pandemia alla questione del nucleare in Iran e Corea del Nord, fino ad arrivare alla possibile cooperazione in Afghanistan – sono stati al centro della discussione durata circa un’ora e 40 minuti, insieme al futuro dei rapporti bilaterali.

Un colloquio che entrambe le parti hanno definito «utile», dimostrando una rinnovata propensione a superare le frizioni: un segnale di distensione è arrivato proprio alle porte dell’incontro, con la decisione di Washington di rinunciare alle sanzioni contro le aziende che prenderanno parte al progetto del gasdotto Nord Stream 2. Decisione che ha trovato una ferma opposizione da parte degli schieramenti repubblicani al Congresso – che da sempre vedono il gasdotto come una minaccia all’influenza Usa nel Continente – e il plauso del Cremlino, che ha parlato di un «segnale sicuramente positivo». La stessa cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha affermato che Biden è “venuto incontro alla Germania” con la sua decisione.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che in conferenza stampa ha sottolineato come la revoca delle sanzioni rappresenti «una grande vittoria geopolitica per la Russia». Mentre proseguono le trattative per organizzare un incontro tra Zelensky e Vladimir Putin, il presidente ucraino ha auspicato un maggiore coinvolgimento e sostegno da parte di Stati uniti, Francia e Germania nella gestione della crisi in corso nel Donbass. Tema, quello delle tensioni in Ucraina orientale, di cui hanno discusso anche Lavrov e Blinken, insieme alle condizioni dell’oppositore russo Aleksej Navalnyj. (emiliano squillante)