La partita per la candidature alle primarie di coalizione del 6 marzo per le elezioni comunali di Napoli sembrava essersi chiusa il 4 febbraio. La commissione di garanzia aveva ammesso tre candidati Pd – l’ex governatore Antonio Bassolino, Valeria Valente (sua allieva politica poi smarcatasi, portavoce in Campania di Rifare l’Italia, designata dai vertici dem a Roma), il leader dei Giovani democratici Marco Sarracino (sostenuto da Area Riformista) – più l’oncologo Antonio Marfella per il Psi. Fuori dalla contesa Umberto Ranieri: ha consegnato 1.300 firme (ne servivano circa 550) in larghissima parte di elettori non iscritti al Pd, come invece richiesto dal regolamento partenopeo.
Domenica la rete civica Per Napoli, che lo sostiene, ha fatto ricorso, ma ieri il comitato organizzatore ha rigettato l’istanza. «Nel testo – spiegano in una nota i sostenitori di Ranieri – si sottolinea come Per Napoli abbia chiesto già nei giorni antecedenti la scadenza della presentazione delle candidature di essere parte integrante del tavolo del centro-sinistra e di aver ricevuto assensi informali per una piena partecipazione e la possibilità di presentare una propria candidatura. Dal verbale della commissione la non comunicazione ufficiale di Per Napoli come parte integrante del centro-sinistra sarebbe il motivo dell’estromissione di Umberto Ranieri».

Delfino di Giorgio Napolitano, Ranieri con le primarie ha un conto aperto dal 2011, cioè da quelle perse e poi annullate per sospetti brogli. Ora che il Pd non l’ha rimesso in corsa, potrebbe presentarsi comunque alle elezioni con il sostegno delle civiche, erodendo voti ai dem.

Acque agitate anche nei 5 Stelle. Sabato si sono chiusi i termini per la presentazione delle candidature a consigliere comunale e portavoce sindaco. Nello stesso pomeriggio a 36 esponenti del meetup napoletano è arrivata una mail dallo staff di Beppe Grillo: «Ci risulta che Lei ha partecipato al un gruppo segreto ‘Napoli libera’, realizzato allo scopo di manipolare il libero confronto per la formazione del metodo di scelta del candidato sindaco e della lista per le amministrative. Questo comportamento è contrario ai principi del MoVimento, ribaditi nel Non Statuto, che vieta qualsiasi organizzazione intermedia». L’organizzazione in questione è un gruppo facebook non pubblico, una scelta – spiegano i partecipanti – dettata dalla necessità di non rendere le discussioni visibili alla stampa. I 36 sospesi hanno dieci giorni per presentare le controdeduzioni, rischiano l’espulsione.

Secondo voci interne ai 5 Stelle, il gruppo (scontento della gestione di Roberto Fico) attraverso ‘Napoli libera’ stava organizzando la scalata al meetup per far eleggere portavoce sindaco Roberto Ionta. Un iscritto al gruppo li ha denunciati bloccando la manovra. Ieri su facebook sono state pubblicate le schermate delle conversazioni di ‘Napoli libera’, con tanto di regole alternative per la gestione del meetup. Il clima è da caccia alle streghe, una pentastellata scrive: «Uh Gesù…ecco perché in dei gruppetti su facebook in questi giorni c’è stato il “fuggi fuggi”». I sospesi si difendono: «O Fico ha già un accordo sotterraneo con il sindaco de Magistris e pensa che una candidatura di spessore possa intralciare i suoi piani – dichiara Vincenzo Russo -, o teme che con la nostra visibilità possiamo fargli ombra in vista delle elezioni politiche».