Il timore che al Circo Massimo qualcuno si faccia prendere la mano dagli attacchi al governo, e che la manifestazione finisca per andare molto oltre le intenzioni di chi vuole ’solo’ mettere dei paletti al ddl Cirinnà ora è la principale preoccupazione dei cattolici moderati. Soprattutto dei ’cattodem’, i parlamentari Pd che hanno firmato il documento contro le stepchild adoption che ha fatto da detonatore alla crociata di una parte delle gerarchie vaticane contro il testo. Così ieri Ernesto Preziosi, deputato dem fra gli estensori del testo, uomo di provenienza bersaniana e anche cattolico tutt’altro che oltranzista (è docente della Cattolica di Milano ed è stato a lungo illuminato vicepresidente dell’Azione Cattolica), ha provato a lanciare un appello alla piazza perché manifesti un pensiero «positivo più che contro». Ai suoi colleghi invece ha chiesto di non andare al Circo Massimo. «Vorrei che gli organizzatori chiedessero agli esponenti politici di non esserci per evitare strumentalizzazioni». I politici, spiega, sono cittadini ed hanno diritto di manifestare come gli altri, ma loro «hanno a disposizione le aule parlamentari e il processo legislativo in cui possono proporre, emendare, eccetera». Per i cattolici democratici essere trasformati di fatto in oltranzisti è scomodo, oltreché indigesto. Preziosi infatti non sarà in piazza. In realtà non sono molti gli esponenti del Pd che parteciperanno al raduno cattolico. Ci sarà Beppe Fioroni, che al primo Family day, nel 2007, era andato «da ministro del governo Prodi», ovvero quello che stava portando avanti la proposta dei Dico. Che però naufragò di lì a poco, proprio sotto il colpo finale di quella manifestazione.

Non sarà al Circo Massimo la ’cattolica adulta’ Rosy Bindi. La presidente della commissione antimafia lo ha detto ieri da Genova, senza entrare nel merito del ddl Cirinnà: «Adesso votano al Senato, quanto si voterà alla Camera dirò come voterò. La mia parte su questo tema l’ho già fatta». Sulla sua assenza dalla piazza di sabato non c’era dubbio: nel 2007 fu lei, allora ministra della Famiglia, la madre dei Dico insieme a Barbara Pollastrini, all’epoca sua collega alle Pari opportunità. E fu lei a ingaggiare una durissima polemica proprio contro la presenza dei ministri al Family Day (oltre Fioroni, ci andò anche Mastella). Questa volta i ministri tentati dalla piazza sono solo targati Ndc, Alfano e Lorenzin: ma provvidenziali impegni terranno entrambi lontani da Roma,il che eviterà imbarazzi al governo Renzi. Unico a partecipare sarà il titolare dell’agricoltura Gianluca Galletti.

E comunque anche nel Pd della parrocchia familista la parola d’ordine è non alzare i toni. Evitare scontri che si ripercuoterebbero sul governo in domino dall’esito imprevedibile. Meglio favorire il dialogo. Come del resto chiedono gli omosessuali cattolici: «Basta con le barricate: desideriamo che la chiesa riscopra la sua natura di casa per tutti. Che non sia un luogo dove avvengano scontri ma incontri», spiega Andrea Rubera dell’associazione dei cristiani lgbt italiani ’Cammini di speranza’. Rubera si è sposato in Canada e ha tre figli. Domani la sua associazione lancerà sui social network l’hashtag #chiesaascoltaci dove saranno pubblicate le lettere di persone cattoliche gay o lesbiche pronte a raccontare le proprie storie. Lui, come molti di loro, al Family day non andrà.