Nel 1976 il Pci tenne la Festa de l’Unità nazionale a Napoli, una folla oceanica alla Mostra d’Oltremare ascoltò il discorso di Enrico Berlinguer. A quarant’anni esatti di distanza, la segreteria regionale del Pd lunedì ha ufficializzato la decisione di utilizzare una formula itinerante per la Festa de L’Unità della Campania. Niente palco fisso, «il programma prevede una serie di appuntamenti, al centro i temi cardine dell’azione messa in campo dai governi nazionale e regionale».

La differenza è tutta qui: si tratterà di dibattiti vetrina in differenti location con ministri e sottosegretari per diffondere i cavalli di battaglia di Matteo Renzi o del governatore Vincenzo De Luca. Il primo appuntamento del resto è il più importante: il 17 settembre a Ercolano, città retta dal sindaco super renziano Ciro Bonajuto, si discuterà della riforma costituzionale e del referendum confermativo con la ministra Maria Elena Boschi. L’anno scorso la festa regionale si tenne proprio a Ercolano, seimila visitatori, non dovrebbero esserci contestazioni.

Il 3 ottobre l’appuntamento è a Napoli, nel campus Apple dove partirà il primo Centro di sviluppo App in Europa, con il presidente del Cnr, Luigi Nicolais, e il presidente della Crui, Gaetano Manfredi. Il Pd spera anche in un ospite illustre da Cupertino. Il premier si è intestato l’approdo di Apple a Napoli, mettendo in secondo piano i fattori che hanno pesato nella scelta: la stima di cui gode il dipartimento di ingegneria della Federico II e le potenzialità della città più giovane d’Italia. Il 10 ottobre, ancora a Napoli, c’è posto per la minoranza ma non per la discussione che si attende da mesi dopo le polemiche sulle primarie e la sconfitta alle comunali: con Guglielmo Epifani si parlerà di politiche del lavoro. Gli appuntamenti saranno sparsi per la regione: a Salerno arriverà il viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova; a Solofra la responsabile nazionale Ambiente del Pd, Chiara Braga; la chiusura affidata al ministro della Difesa, Roberta Pinotti (la data non è stata ancora decisa).

Arriverà anche Renzi. Lunedì prossimo, in serata, sarà al San Carlo ma altri appuntamenti saranno fissati nel corso della giornata intorno ai tre punti della campagna d’autunno: scuola, cantieri e referendum. Il referendum è l’ossessione dei dem di fede renziana anche all’ombra del Vesuvio: il comitato campano più blasonato è guidato dal figlio del governatore, Piero De Luca, e da Francesco Nicodemo, membro dello staff comunicazione di Palazzo Chigi. La prossima settimana verrà organizzata una cabina di regia per coordinare tutti i comitati sorti a cavallo dell’estate e le loro iniziative.

Per i nostalgici partenopei della Festa de l’Unità in formato classico ci sono Marco Sarracino e il Giovani democratici che, per il terzo anno, organizzano l’appuntamento a Napoli (dal 21 al 25 settembre, Giardini di Santa Chiara). «Non si tratta di rinverdire i fasti del passato – spiega Sarracino -, il problema è che nel Pd si discute poco, soprattutto qui. Non avremo un appuntamento per sponsorizzare il Sì ma faremo un vero dibattito sul referendum: il 22 settembre sosterrà le ragioni del No Maurizio Landini. Per l’altra campana stiamo ancora cercando. Nel Pd non si può continuare a buttare fuori chi non si omologa, altrimenti poi si perdono le elezioni. Io per esempio ero anche orientato per il sì ma se non cambia l’Italicum voterò no».

Anche Antonio Bassolino è al lavoro ma per organizzare la Festa di Sudd (la sua fondazione) dal 29 settembre al primo ottobre al circolo Ilva di Bagnoli. Al centro dei dibattiti ci sarà anche il referendum. Il campo bassoliniano è quasi totalmente schierato per il no a cominciare dall’eurodeputato Massimo Paolucci (fedelissimo di Massimo D’Alema) a Tino Santangelo (l’ex vicesindaco di Napoli sarà il presidente del comitato partenopeo per il no e componente di quello nazionale). E ancora la presidente del partito provinciale, Elisabetta Gambardella, e la deputata Luisa Bossa. L’ex governatore nei giorni delle primarie aveva più volte rivendicato di aver appoggiato Renzi e di essere per il sì al referendum ma la riflessione è aperta e potrebbe portare a una differente dichiarazione di voto.