Più biglietti che posti. A quanto pare questa è una consuetudine per tanti locali italiani: la capienza è un numero scritto su un foglio di carta, alla fine nessuno va mai a controllare davvero gli ingressi. Di solito finisce bene, al massimo si sta un po’ stretti, venerdì sera a Corinaldo è finita in tragedia: i tagliandi venduti sono stati oltre 1400, mentre la capienza ufficiale del Lanterna Azzurra è ferma a 871 posti al massimo.

IL PUBBLICO PREVISTO sarebbe stato dunque il doppio del consentito, e bisogna considerare che il locale ancora non era pieno: il concerto di Sfera Ebbasta sarebbe dovuto cominciare alle 22 o giù di lì, mentre il dramma si è consumato qualche minuto prima dell’una di notte, quando il cantante doveva ancora salire sul palco. Anche questa è un abitudine: i concerti cominciano quasi sempre diverse ore dopo l’orario indicato sui manifesti. Prima e dopo si balla con i dj set: è un modo per rendere le serate più lunghe e aumentare gli incassi del bar. Anche se il pubblico è fatto in gran parte da minorenni e che quindi in teoria non potrebbero bere alcolici.

COME SIA STATO POSSIBILE che i biglietti staccati abbiano sostanzialmente doppiato la capienza del locale resta però un mistero: oltre ai ticket acquistati al botteghino, infatti, la prevendita dell’evento era attiva anche sui circuiti online: non avere idea dei numeri reali dei concerti sembra essere una prassi, anche perché la distribuzione dei tagliandi per l’ingresso non dipende solo dai titolari dei locali, ma anche dalle agenzie. È un mercato: più biglietti si vendono e maggiore è l’incasso, in linea teorica ci guadagnano tutti. E non solo su quello, questo discorso vale pure per le consumazioni – che di solito vengono abbinate ai biglietti –, anche se non si potrebbero servire bevande alcoliche ai minorenni, cosa che porta multe salatissime e, nei casi più gravi, addirittura la sospensione o la revoca della licenza.

Oltre a una capienza adeguata alla propria metratura, i locali che offrono pubblico spettacolo sono obbligati ad avere delle uscite di sicurezza. Al Lanterna Azzurra ce n’erano tre e le testimonianze sulla loro apertura nel momento del bisogno sono ancora discordanti: c’è chi dice che i buttafuori hanno cercato di far rimanere dentro tutti i ragazzi e chi, come il questore di Ancona, sostiene che comunque le porte siano state aperte, anche se poi la calca ha creato una sorta di effetto imbuto, impedendo così alle persone di venir fuori dal carnaio. I sei morti sarebbero così dovuti al crollo delle balaustre dei ballatoi che portano a queste uscite di sicurezza, anche se si parla anche di ragazze e ragazzi che, travolti dal terrore, si sono buttati di sotto nel tentativo di districarsi dalla calca. Si tratta, comunque, soltanto di ipotesi allo studio degli inquirenti, e soltanto dopo aver ricostruito la dinamica dei fatti e aver ascoltato tutti i testimoni, si riuscirà ad avere un’idea precisa di quello che è successo.

IN ITALIA, LA SICUREZZA all’interno delle discoteche viene garantita prima di tutto dal Tulps (il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e poi i dettagli vengono limati sui territori dalle prefetture e dai comuni, che periodicamente varano regolamenti e protocolli concertati direttamente con i locali e le associazioni di categoria. Si tratta di documenti che si somigliano tutti tra loro: ci sono vari requisiti da rispettare sulla capienza, le uscite, i percorsi di sicurezza, i piani di evacuazione, oltre a dettagli di altro genere come i decibel della musica, l’eventuale presenza di buttafuori, le consumazioni in vetro o in plastica e così via. In teoria sarebbe tutto normato, dunque, e a quanto risulta il Lanterna Azzurra era in regola. Eppure è bastato qualche minuto di panico collettivo per causare sei morti e decine di feriti.