Nessuna intesa tra governo e Anci sui tagli alle città metropolitane al vertice tra ministero dell’Economia e una delegazione di sindaci guidati da Piero Fassino. Già nel tardo pomeriggio il sottosegretario agli Affari Regionali, Gianclaudio Bressa, certificava  chiaramente il «mancato accordo».

Parole  arrivate peraltro al termine di una conferenza Stato-Regioni dedicata ai delicati tagli alla Sanità.

Per il governo insomma la questione dei tagli alle città metropolitane «è chiusa» per colpa del «mancato accordo tra loro»: «Noi non abbiamo la possibilità di modificare alcunché», ha avvertito Bressa.

I tagli sono pari  a 256 milioni (erano 380), il 70% dei quali pesa su  Roma, Napoli e Firenze, che vedrebbero a rischio la propria sostenibilità finanziaria.

Molto diversa la versione dell’Anci, che si è spesa per trovare soluzioni proprio per le tre metropoli più falcidiate dalla legge di stabilità. «Anche se ancora non è stata individuata una soluzione, non rinunciamo a ricercarla», avverte Fassino.

Sul tavolo di ieri anche una lunga serie di vicende legate ai comuni, come  il rinnovo del fondo integrativo su Imu e Tasi e la verifica delle nuove aliquote fiscali sui terreni agricoli montani; la possibilità di utilizzare anche per la spesa corrente i proventi da dismissioni, rinegoziazione di mutui e avanzi di esercizio; il superamento delle sanzioni per lo sforamento delle Province uscenti; la copertura della spesa per il personale di città metropolitane, che dovrà passare a Stato e Regioni.