La prima manifestazione nazionale No Tav in solidarietà con Nicoletta Dosio e di altri arrestati del movimento, si terrà a Torino sabato 11 gennaio. Appuntamento alle 13 in piazza Adriano, già ritrovo e punto di partenza di un imponente corteo No Tav nel 2016, quando giunsero da tutta Italia circa ventimila persone. Ma, questa volta, probabilmente si tenterà di bissare le dimensioni di massa del dicembre 2018.

Proseguono nel frattempo sit-in di solidartietà in varie parti d’Italia (da Siracusa a Pescana alla stessa Torino, dove oggi questa mattina è prevista una manifestazione di Potere al popolo in piaza Castello).

Si allarga anche la rete di solidarietà: la Fiom di Torino e nazionale si sono schierate al fianco di Nicoletta Dosio e del Movimento No Tav, di cui peraltro sono parte fin dagli albori: «Non vogliamo entrare nel merito della decisione del procuratore generale del Piemonte di revocare la sospensione della pena nei confronti di Nicoletta Dosio, vogliamo però far sentire la nostra vicinanza alla storica militante del movimento No Tav. Continueremo a sostenere con determinazione il movimento, a farne parte integrante, per continuare ad affermare che la democrazia, la partecipazione, il dissenso e l’inclusione sono valori portanti della nostra Costituzione, che vanno applicati costantemente nella realtà della vita delle persone».

Intanto trova spazio il dibattito sull’ipotesi di «grazia ad personam» avanzata nei giorni nei giorni scorsi, ipotesi che Nicoletta Dosio, incarcerata a Torino, ieri ha respinto chiedendo invece un’amnistia allargata: «No a richieste di grazia o a provvedimenti di clemenza che riguardino soltanto la mia persona – ha sottolineato -. Sì ad una amnistia sociale che riguardi i reati connessi ai comportamenti dettati dall’aggravamento della povertà prodotto dalla crisi economica negli ultimi anni».

Sulla stessa posizione il movimento No Tav che in una nota dichiara: «Non è questa la strada giusta, la grazia non la vuole Nicoletta, e non la chiederà per se stessa, perché non è il fatto di risolvere la sua situazione attuale ma quella di riconoscere come in tutti questi anni procura, questura e tribunali abbiano giocato una partita politica, delegati dallo Stato. Noi vogliamo che si dica che il Tav è un’opera inutile, devastante e che tutti vengano liberati e la valle venga smilitarizzata. Non è pretendere troppo, ma il giusto. Libertà per tutti e tutte, siamo solo all’inizio di questa lotta».