«Questa è la storia di Nico dopo Nico» ha dichiarato Susanna Nicchiarelli a proposito del suo nuovo film, il terzo, in apertura (il 30 agosto) della sezione Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia. Nico, 1988 è un biopic sulla musicista e musa di Andy Wharol, il cui nome è sempre ricordato insieme a quello dei Velvet Underground dopo che lo stesso Wharol la fece cantare sul loro disco d’esordio (The Velvet Underground & Nico), uscito lo stesso anno – il 1967 – del suo primo studio album Chelsea Girl.

Nico, al secolo Christa Päffgen, ha anche avuto diversi ruoli cinematografici: il più famoso è il piccolo cammeo nella parte di se stessa che Fellini le offrì ne La dolce vita, ma nel 1972 è anche stata protagonista di La cicatrice interieure del regista francese – e all’epoca suo compagno – Philippe Garrel rimanendo a lungo il «fantasma» ossessione amorosa, di un tempo, di un vissuto nel cinema del regista francese.

Il film di Nicchiarelli, che per interpretare Nico ha voluto l’attrice e cantante danese Trine Dyrholm, è però incentrato sulla fase successiva della vita dell’artista, appena prima la sua scomparsa nel 1988. «Di Nico si parla solo in funzione degli uomini con cui è stata da giovane : Brian Jones, Jim Morrison, Bob Dylan, Alain Delon, Iggy Pop – spiega Nicchiarelli – Una volta in un’intervista lessi di lei che ‘a 34 anni era una donna finita’. Falso. Dopo l’esperienza con i Velvet Underground Nico diventa una grande musicista. Ho voluto raccontare la sua parabola al contrario: la perdita del consenso e il cambiamento della sua immagine hanno significato la conquista della libertà».

Girato tra Parigi, Praga, Norimberga, Manchester e il litorale romano, Nico,1988 racconta così gli ultimi tour e il riavvicinamento tra Nico e il figlio Ari – anche lui in La cicatrice interieure – prima che un incidente in bicicletta la uccidesse a soli 50 anni.