È il Giro degli assenti quello che parte sabato da Palermo. Il primo assente sarà, purtroppo, il grande pubblico all’arrivo, per via del covid e di un calendario infelice.

Per la prima volta nella storia (si corre l’edizione centotrè) la corsa rosa abbandona la sua collocazione a maggio, e avrà in contemporanea il Fiandre, la Roubaix e la Liegi. Assenti anche i quattrini di Orbàn: il piano prevedeva il via da Budapest, saltato per il virus.

Poco male: si recupera il Sud, negletto l’anno passato; e, dopo la passerella dell’edizione scorsa a maggior gloria di Bibi Netanyahu, almeno l’omaggio al regime ungherese ce lo siamo risparmiati. Assenti due giganti tra i cantori del Giro e del ciclismo. In primavera ci ha lasciati Gianni Mura, senza nemmeno la possibilità di andarlo a salutare.

E poi Sergio Zavoli, che ha reinventato il ciclismo attraverso la Tv e la Tv attraverso il ciclismo. Lo si passerà a salutare a Rimini, risalendo lo stivale (è un Giro tutto Adriatico) il giorno prima dell’omaggio di Cesenatico a Pantani. Assenti saranno diversi possibili aspiranti al podio di Milano, che hanno preferito andare al Tour a fare da gregari piuttosto che cercar gloria in Italia. Il coraggio se uno non ce l’ha non se lo dà, e gli sponsor spingono a non averlo.

È successo nello sport quello che è successo nella società: concentrazione di ricchezza, di prestigio e di potere in mano a pochi, per cui si preferisce allestire squadroni per cercare di vincere una corsa l’anno – il Tour, appunto – al rischio dell’impresa. Assente il giovane belga Evenepoel, per cui si erano tirati fuori paragoni con Merckx (addirittura), cui un capitombolo giù da un ponte al Lombardia ha interrotto la stagione. Auguri.

Tra i presenti, le speranze nostre sono sempre a Nibali. Teniamocelo stretto, ma, coronasse l’impresa, sarebbe il più vecchio vincitore di sempre in un grande Giro, e questo la dice lunga sullo stato di salute del movimento italiano. Ieri ha speso parole che lasciano qualche speranza. A contrastarlo sono chiamati Thomas (forse il favorito, grazie alle cronometro), Fuglsang, Yates e Kruijswijk. Per gli arrivi in volata ci saranno occasioni di rivincita per Viviani, deludente fin qui la sua stagione.

Infine si gioca molte possibilità per la prima maglia rosa Ganna, campione del mondo a cronometro. Anche per chi non si intende di ciclismo il consiglio è di dare un’occhiata alla sua prova sabato: non capita spesso di assistere ad una simbiosi così perfetta tra uomo e macchina, un vero spettacolo vederlo pedalare.