L'intervista. Parla l’autore di «La diagonale Alechin», per Neri Pozza. Lo scrittore francese racconta un ambiguo scacchista degli anni Trenta, la Parigi occupata dai nazisti, la Mosca di Putin. «Tra i campioni più celebri del periodo, il protagonista ha trasposto sulla scacchiera la violenza del suo tempo. La volontà di schiacciare l’avversario, invaderne lo spazio, finirlo». «I russi conoscono bene l’anarchia e la corruzione dello Stato e non si fanno illusioni sul futuro. Ma si affidano alla paura, come ad un’ultima risorsa. Oserei quasi parlare di conforto» |