E’ stato anticipato per la stampa a New York il Gatsby di Baz Luhrman, con Leonardo di Caprio, di cui molto si parlerà sulla Croisette dopo che avrà aperto in pompa magna il festival di Cannes. Il nuovo adattamento del grande romanzo ‘modernista’ di Francis Scott Fitzgerald è reso in 3D e con la caratteristica esuberanza visiva e musicale dal regista australiano (Romeo+Giulietta, Moulin Rouge) che lo definisce un testo tragicamente romantico ma anche il grande affresco di un rutilante sogno americano con il suo lato oscuro e illusorio – della sua essenziale amoralità,  espressa da un personaggio centrale affascinante.

[do action=”quote” autore=”Baz Luhrman”]”All’inizio Gatsby è un personaggio assolutamente amorale, poi emerge che è invece iper-morale”[/do]

“Appare inizialmente come un personaggio assolutamente amorale,” afferma Luhrman,  “un gangster che ha fatto i soldi con manipolazioni illecite del mercato, o altri misteriosi  affari. Poi invece emerge che si tratta di un personaggio che ha un singolo obbiettivo; lui è in certo senso ‘ipermorale’. Secondo me è ciò che rende Gatsby l’equivalente americano di un Amleto,  un paradosso  che può essere interpretato e adattato con infinite sfumature a diverse epoche – un classico”.

Per Di Caprio si tratta una storia d’amore ‘senza tempo’ che contiene verità  tuttora assai attuali. “Credo che Gatsby si rivolga ancora tutti noi. E’ un romanzo universale il cui sfondo anticipa il grande crollo di Wall Street negli anni ’30,” ci ha raccontato l’attore che riprende il ruolo già interpretato da Robert Redford e con questo film segue la bella prova di Django.

[do action=”quote” autore=”Leonardo Di Caprio”]”Una storia profetica, Ftizgerald ha colto l’ingenuità e l’arroganza del progresso umano”[/do]

“Lo prefigura attraverso il grande eccesso degli anni ‘20. Parla di un periodo in cui l’America stava diventando una superpotenza attraverso un sorta di anomalia aristocratica che era l’alta società di Long Island. E accanto a loro, significativamente c’è  la valle delle ceneri che devono attraversare per andare a New York, il luogo dove abita la classe operaia che rende possibile il lusso sfrenato. E’ davvero profetico: parla del crollo inevitabile già qualche anno prima che avvenisse, e quindi di quel ciclo che si ripete da 80 anni, in America e nel mondo. Continuamo a ‘progredire’ senza alcuna comprensione del prezzo di questo progresso –è ciò che rende il romanzo tuttora così attuale. Non solo in America in quel periodo, ma ancora oggi in tutto il mondo. Fitzgerald ha perfettamente colto l’ingenuità e arroganza del progresso umano”.

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