Su di un muro della sinagoga di Amona è visibile una svastica con al centro il simbolo della polizia, definita dagli autori del disegno, i coloni ebrei asserragliati fino a ieri nell’avamposto ebraico, “polizia degli ismaeliti”, ossia al servizio dei musulmani. Nonostante l’offesa che la svastica nazista dovrebbe sempre rappresentare per gli ebrei e per la memoria delle vittime dell’Olocausto, il premier Benyamin Netanyahu, partecipando ieri a una cerimonia nell’insediamento di Ariel, ha espresso piena solidarietà alle gente di Amona, illegale anche per la legge israeliana e sgomberato in esecuzione di una sentenza di Corte suprema. «Provo un grande dolore» ha detto rivolgendosi alle 40 famiglie evacuate dalla polizia. Poi il premier ha confermato quanto era trapelato mercoledì sera: è stata istituita una commissione incaricata di studiare luogo e tempi della costruzione di una nuova colonia. Il rispetto della legalità israeliana ha perciò come conseguenza diretta la violazione della legalità internazionale nei territori palestinesi che Israele ha occupato quasi cinquant’anni fa.

La costruzione di nuova colonia in Cisgiordania è solo l’ultimo esito del silenzio-assenso dell’Amministrazione Trump. Israele negli ultimi 25 anni ha allargato con molte migliaia di nuovi alloggi le colonie già esistenti ma si è astenuto, per ragioni di opportunità politica, dal realizzare un nuovo insediamento ebraico nei Territori palestinesi che ha occupato nel 1967. L’ultima colonia costruita, nel 1991, è Revava. Ad approvarla fu Yitzhak Shamir quando era primo ministro. L’annuncio fatto ieri da Netanyahu è un risarcimento ai coloni di Amona, «cacciati» dalle loro case a causa del ricorso, accolto dalla Corte suprema, presentato dai palestinesi proprietari delle terre dove era stato costruito l’avamposto. I coloni ora parlano di diritti umani «negati». L’evacuazione di Amona «è rappresentata dai coloni come una violazione dei loro diritti umani, come un pogrom» spiega al manifesto il ricercatore Nicola Perugini, autore con il docente israeliano Neve Gordon di “Il diritto umano di dominare” (Edizioni Nottetempo), «questo è un fenomeno recente tra i coloni israeliani che hanno iniziato a fare proprio il discorso dei diritti umani, definendo qualsiasi forma di decolonizzazione come una violazione dei diritti umani sionisti. Gli scontri tra coloni e polizia che abbiamo visto ad Amona in realtà sono falsi scontri tra forze che partecipano alla stessa strategia politica e ideologica di colonizzazione».

Il prossimo passo verso l’annessione a Israele, di fatto o “ufficiale” come chiede il ministro Naftali Bennett, delle ampie porzioni di Cisgiordania dove si trova la maggior parte delle colonie, sarà l’approvazione in Parlamento della Regulation Bill, la “sanatoria” per circa 4000 case costruite senza alcun permesso su 800 ettari di terre palestinesi. Nei giorni scorsi il governo Netanyahu e il Comune di Gerusalemme avevano autorizzato progetti per la costruzione di circa 6000 alloggi nelle colonie in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.