Era il provvedimento più temuto da Abu Mazen ed è giunto giovedì sera. Il governo Netanyahu ha ordinato il blocco dei fondi palestinesi, derivanti dalla raccolta di tasse e dazi doganali, come parte di una serie di sanzioni contro l’Anp “colpevole” di avere richiesto l’adesione dello Stato di Palestina a 13 trattati e convenzioni internazionali. Il caponegoziatore palestinese Saeb Erekat ha reagito accusando Israele di “furto” e di “violazione del diritto internazionale”.

I dazi doganali e le tasse che Israele raccoglie per conto dei palestinesi, nel quadro degli Accordi di Oslo del 1993, rappresentano circa un terzo del budget annuale dell’Anp, che ora rischia il collasso. Le relazioni tra Israele e Anp sono al punto più basso dopo il mancato rilascio dei detenuti politici da parte di Netanyahu e la conseguente decisione di Abu Mazen di ripercorrere la strada del riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina. (mi. gio.)