Questa sera Benyamin Netanyahu sarà il primo degli israeliani a vaccinarsi contro il coronavirus. Lo seguirà il ministro della sanità Yuli Edelstein. Poi sarà la volta del presidente Rivlin e di altri ministri. Ufficialmente il premier di destra presterà il suo braccio a una iniziativa tesa a convincere l’opinione pubblica israeliana a aderire alla campagna di immunizzazione di massa che avrà inizio domani per il personale sanitario, gli ospiti delle case di riposo, i militari e gli over ’60. Un sondaggio pubblicato indica che il 63% degli israeliani è orientato a farsi vaccinare, una quota in salita rispetto ai giorni scorsi ma anche in Israele è consistente il numero dei dubbiosi e dei no-vax.

Allo stesso tempo per Netanyahu le vaccinazioni hanno anche un significato politico perché, con la maggioranza di governo che sta per frantumarsi, con ogni probabilità si abbineranno alla campagna per le quarte elezioni parlamentari in due anni. Con un piano che prevede 60mila vaccinazioni al giorno – per la fine del 2021 ci saranno in Israele dosi di vaccino Pfizer e Moderna pari a oltre 12 milioni, oltre 7 milioni a metà anno – si prevede che a marzo, quando si dovrebbe andare al voto, si cominceranno a vedere i primi risultati positivi, con una diminuzione importante dei contagi e decessi. Un contesto in cui Netanyahu potrebbe rappresentarsi come il leader che sta portando il paese fuori dalla pandemia e dalla crisi economica, e mettere in secondo piano la politica anti-Covid incerta, fatta di decisioni prese e revocate nel giro di poche ore, che ha contraddistinto l’azione del suo governo specie in questi ultimi mesi.

I contagi continuano a salire in Israele dove si parla di terza ondata. Giovedì sono stati 2933, il tasso di positività è risultato superiore al 3% e le terapie intensive tornano a riempirsi. I decessi da marzo sono 3057, un numero lontano da quelli drammatici dell’Europa e negli Usa ma la popolazione israeliana è molto più giovane rispetto, ad esempio, a quella di Italia e Germania. Nonostante l’aggravarsi della situazione e l’adozione di nuove misure restrittive, i comportamenti di alcuni settori della popolazione restano fuori controllo. Qualche sera fa molte centinaia di ebrei haredim (religiosi ultraortodossi) hanno partecipato a Gerusalemme ai riti finali della festa di Hannuka privi di mascherine e senza distanziamento. A inizio mese le tv avevano mostrano assembramenti di centinaia di persone in fila nei centri commerciali. Gli ammonimenti delle autorità sanitarie e le multe non scoraggiano chi stenta a rispettare le regole.

La crisi politica non aiuta a concentrare l’attenzione sulla pandemia. Il leader centrista di Blu Bianco, e ministro della difesa, Benny Gantz non appare intenzionato a cedere a Netanyahu sull’approvazione della finanziaria 2020 e 2021 confermando così lo scenario del voto anticipato. Se entro la mezzanotte del 23 dicembre non sarà stata approvata la legge di bilancio, allora la Knesset verrà sciolta e si andrà alle urne.