«A quello che mi risulta nessuna Ong ha operato portando in Italia navi, imbarcazioni o migranti senza l’indicazione della nostra Guardia costiera». Come in drammatico gioco dell’oca dopo due mesi di accuse pesantissime contro le organizzazioni umanitarie si torna al punto di partenza senza che ci sia una sola prova a dimostrare l’esistenza di collusioni tra le stesse Ong e i trafficanti di uomini. Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro – che sulle presunte irregolarità ha aperto un’inchiesta ipotizzando sospetti pesantissimi – lo ha ribadito ieri davanti alle commissione Migranti della Camera e alla commissione Antimafia ripetendo di fatto quanto già affermato la scorsa settimana di fronte alla commissione Difesa del Senato. E In entrambe le occasioni ha ripetuto come le sue siano soltanto «ipotesi di lavoro» per le quali si rende necessario un approfondimento delle indagini perché, ha ammesso, il sospetti che qualche salvataggio non sia stato effettuato rispettando le regole arriva dai dossier dell’agenzia europea Frontex. Dossier, è bene ricordarlo, che più volte la stessa portavoce dell’agenzia ha ridimensionato notevolmente.

Altro punto sul quale il procurato aveva insistito in commissione Difesa era il sospetto – più che giustificato – che le organizzazioni criminali italiane possano infiltrarsi nel sistema di accoglienza dei migranti attratte, aveva spiegato, dal « denaro erogato». Affermazione che aveva portato la presidente ella commissione Antimafia Rosi Bindi a convocarlo per spiegare le sue parole. Anche su questo aspetto, però, mancherebbero riscontri. «Le indagini – ha detto infatti il procuratore – non ci danno contezza del rapporto tra organizzazioni mafiose e trafficanti di esseri umani», ma «c’e’ una massa di denaro destinata all’accoglienza che attira gli interessi delle organizzazioni mafiose e dico questo sulla base di risultanze investigative». Zuccaro è tornato infine a chiedere la presenza di agenti di polizia giudiziaria a bordo delle navi delle organizzazioni umanitarie in modo da poter bloccare gli scafisti e risalire a chi gestisce il traffico. Proposta bocciata da Jugend Rettet, ong tedesca attiva con una sua nave nel Mediterraneo: «contravverrebbe alla nostra missione – ha spiegato la ong – , non ne vediamo le ragioni».

Oggi le Ong torneranno a ribadire in una conferenza stampa l’estraneità alle accuse che gli vengono rivolte soprattutto da parte del M5S e della Lega. In questo modo, denunciano Aoi e Forum del terzo settore, «si arriva a criminalizzare l’intero sistema della cooperazione internazionale, generando uno scollamento pericoloso tra cittadini e le organizzazioni sociali».