Riccardo Ricciardi, 36 anni, toscano di Massa, è uno dei deputati del Movimento 5 Stelle che lunedì hanno scritto al capogruppo alla Camera Francesco D’Uva chiedendo di poter discutere la possibilità di modificare il decreto sicurezza e annunciando otto emendamenti al testo, dei quali però ieri, ultimo giorno utile per presentarli, non c’era traccia.

Onorevole Ricciardi alla fine avete fatto marcia indietro?
Nessuna marcia indietro. I colleghi presenti in commissione Affari costituzionali hanno presentato loro cinque emendamenti che sintetizzano le nostre posizioni. Le perplessità riguardavano soprattutto l’abrogazione della protezione umanitaria e la riforma dello Sprar. Pensiamo che per migliorare l’accoglienza bisogna lavorare in una direzione diversa da quella in cui va il decreto. Nonostante la presenza di qualche criticità, lo Sprar è un sistema che funziona, dove c’è trasparenza dei costi e che dà lavoro a molti italiani. Un sistema che favorisce l’integrazione. Ridurlo, come prevede il decreto, può generare maggiore insicurezza non solo per chi viene in Italia, ma anche per gli italiani. Siamo convinti che il M5S debba lasciare una traccia in questo senso, anche se siamo al governo con la Lega e abbiamo la necessità di arrivare a un compromesso.

Perché considerate scorretto definirvi dissidenti?
Perché non lo siamo. Parlo a titolo personale, come ogni portavoce parla per sé e non c’è una corrente. Io sono tra i fondatori del Movimento a Massa, la mia città, dove sono stato consigliere comunale per cinque anni e amo il Movimento. Ritengo però che su alcune questioni debba marcare la differenza con la Lega. Non siamo dissidenti, per esprimere i nostri dubbi abbiamo seguito un iter corretto scrivendo al nostro capogruppo.

Però nella lettera lamentate la mancanza di un confronto all’interno del gruppo parlamentare.
Perché siamo convinti che su alcuni temi che non sono presenti nel contratto di governo ci sia bisogno di una maggiore discussione, non solo nel gruppo ma nella rete. Naturalmente non su tutto, ma di sicuro sui provvedimenti più importanti. Con tutte le difficoltà del caso.

Crede davvero di riuscire a modificare il decreto?
I tempi sono stretti, vedremo come andrà il lavoro in commissione Affari costituzionali. E’ molto difficile, perché cambiarlo comporterebbe un ulteriore passaggio al Senato.

Voterebbe la fiducia se il governo dovesse porla come ha fatto al Senato?
Ho fiducia in questo governo che credo possa fare cose epocali. Penso alla legge anti-corruzione che inciderà sulla vita economica e sociale dei cittadini più di quanto si creda. Ma penso anche al reddito di cittadinanza e al superamento della legge Fornero.

Però non mi ha risposto: voterebbe la fiducia al decreto sicurezza?
Il decreto ha forti criticità, vediamo come uscirà dalla commissione.