«Io mi metto in gioco. Sono a disposizione, come lo ero la volta scorsa». La disponibilità annunciata al Corriere della sera da Dalila Nesci, sottosegretaria grillina al Sud, di correre alle primarie calabresi della coalizione di centrosinistra, rappresenta una novità per lo scenario regionale ma anche un segnale che è destinato ad allargarsi a tutto il Movimento 5 Stelle in cerca di identità, della legittimazione formale del suo leader e di regole adatte alla nuova fase.

«SE IN CALABRIA l’intesa col Partito democratico porta a una coalizione ampia di centrosinistra, che guardi anche alle forze civiche, dimostriamo che questo progetto politico vuole assumersi la responsabilità di governare», dice Nesci. Che estende il suo invito a Luigi De Magistris, sindaco di Napoli alla fine del mandato e candidato civico in Calabria. «Do per scontato che de Magistris non si tirerà indietro e accetterà il confronto politico attraverso lo strumento delle primarie. In caso contrario, dovrebbe spiegare ai cittadini perché non intende parteciparvi».

DAL PARTITO DEMOCRATICO calabrese salutano il «passo in avanti nel percorso di costruzione di una grande ed ampia alleanza democratica, capace di contrastare una destra che ha dimostrato tutti i propri limiti». De Magistris invece, che ormai da settimane gira per la Calabria, rispedisce l’invito al mittente e prova a ribaltare i termini della questione: «I 5 Stelle e Nesci dovrebbero ricordare quando parlavano alla gente, al popolo, fuori dai partiti, tanto tempo fa – afferma De Magistris – Noi stiamo tra la gente, le nostre primarie saranno le elezioni. Lavoriamo dal basso, parliamo alle donne e agli uomini di Calabria, non solo allo schieramento tradizionale di centro-sinistra. Anzi, siamo noi che facciamo un appello alla Nesci e a chi come lei crede ancora nel fresco profumo di libertà, nella rottura del sistema, nella rivoluzione».

QUELLA DI NESCI, tuttavia, non può essere considerata solo un’iniziativa personale. Se, come dicono dalla Calabria, Giuseppe Conte in persona avesse approvato l’operazione sarebbe la prima volta che il Movimento 5 Stelle si sottopone alle primarie di coalizione, cosa che è stata evitata a Roma ad esempio. E ci troveremmo di fronte all’aggiramento del tetto dei due mandati, visto che Nesci è attualmente alla seconda legislatura alla camera oltre che sottosegretaria in carica. A questo proposito non può sfuggire il fatto che sia stata la prima animatrice di «Parole guerriere», il ciclo di seminari dai quali ha preso il via la prima corrente ufficiale del Movimento 5 Stelle, quella che fin dagli Stati generali dello scorso novembre ha insistito per la transizione verso una forma organizzativa più tradizionale, simile ad un partito e con articolazioni territoriali, e per il superamento del tetto dei due mandati.

NON È UN CASO, dunque, che Giovanni Currò, deputato alla prima legislatura tra quelli più contrari al superamento del tetto in nome del fatto che servano «professionisti nella politica e non professionisti della politica» commenti col manifesto in maniera abbastanza netta il passo avanti di Nesci. «È necessaria chiarezza a breve sulle regole ed il progetto del neo-Movimento 5 Stelle – dice Currò – Perché queste autocandidature (non si tratta della prima) rischiano di diventare solo passi falsi per il M5S stesso, che invece in Calabria sta lavorando bene». La sintesi di Currò pare senza appello: «Meglio concentrarsi sul mandato che ci hanno conferito i cittadini». Insomma: c’è una pentola a pressione pronta a esplodere sui due mandati e nuove regole, e mentre le controversie bloccano Conte i motivi di scontro potrebbero arrivare da ogni dove, come dimostra il caso calabrese.

TUTTO CIÒ mentre l’attivismo dei fuoriusciti si intensifica. Morra, Lezzi e l’ex sottosegretario Villarosa diramano comunicati congiunti, si sarebbero incontrati con Di Battista, provano a parlare anche con il gruppo degli espulsi, a sua volta composito al suo interno, de L’Alternativa c’è. Se i malumori dovessero esplodere c’è il rischio che questa volta trovino una sponda in una specie di Rifondazione grillista.