I fuoriusciti di Sel salgono a quota 12. Anche in questo caso si tratta di due addii annunciati: hanno lasciato gli ormeggi del gruppo della Camera la toscana Martina Nardi e il calabrese Luigi Lacquaniti. Nichi Vendola, ormai rassegnato al ’sellicidio’, è laconico: «È una fuga per andare da qualche altra parte: auguri di buon viaggio a chi va via. Amen». Sono dunque otto i deputati ex vendoliani ora nel gruppo misto (tre – Aiello, Ragosta e Boccadutri – sono passati al Pd) ed è ancora molto lontana, ammette il capofila Gennaro Migliore, la quota 20 che serve per costituire un gruppo autonomo.

Né possono bastare i quattro socialisti del Psi di Riccardo Nencini. Ieri, da un workshop a Viterbo, hanno lanciato un messaggio pubblico ai fuoriusciti: «Apprezzo il coraggio con cui parlamentari e dirigenti della sinistra hanno scelto di mettersi in discussione per coerenza ai valori del Pse», dice Marco Di Lello. «Non è più tempo del piccolo cabotaggio ma di grandi ambizioni. Sono convinto che seguendo la comune stella polare del socialismo europeo, le nostre rotte sono destinate a incrociarsi. Lavoriamo per questo». Non sarà tempo per il piccolo cabotaggio, ma i numeri restano piccoli. Né basterà il soccorso di qualche ex montiano (si parla di Andrea Romano). «È stato un esodo quasi personale, tra i nostri militanti in pochissimi hanno lasciato il partito», ha detto ieri ad Agorà (Raitre) il giovane Marco Furfaro. Eppure dai territori si segnalano movimenti. Incontri top secret, per ora, di militanti intenzionati a seguire i parlamentari. A breve potrebbero sfociare in un’iniziativa pubblica.