Porte che si aprono, altre che vengono sbattute. Parlamentari che escono da Pd altri che – una in realtà, Beatrice Lorenzin – che, pur essendo renziana a distanza, sceglie di entrare nel Partito democratico proprio quando Matteo Renzi decide di andarsene. Accolto invece, a palazzo Madama, da Riccardo Nencini, presidente del Psi che, insieme al segretario Enzo Maraio, annuncia la costituzione, al Senato, del muovo gruppo Partito Socialista – Italia Viva.

La pattuglia renziana evita così di entrare nel gruppo misto: al senato il regolamento non permette di costituire un gruppo a meno che il simbolo non sia stato presentato alle elezioni. Mentre Nencini si presentò insieme ai Verdi e al Movimento Area Civica di Giulio Santagata nella lista «Insieme». Ma i due socialisti chiariscono che «non è mai stata all’ordine del giorno la confluenza del Psi nel movimento che fonderà l’ex premier Matteo Renzi. Il Psi manterrà la sua autonomia politica e la propria identità». E a scanso di equivoci «il sostegno del Psi al Governo giallo-rosso rimane responsabile e leale».

Tra la camera e senato Renzi può conta al momento su 41 parlamentari, ma ne aspetta altri: potrebbero arrivare a quota 50. A Montecitorio il gruppo Italia Viva nasce ufficialmente con 26 deputati.

Nel frattempo l’ex ministra della sanità Beatrice Lorenzin, proveniente da Alternativa Popolare e precedentemente in Forza Italia, annuncia il suo passaggio al Pd perché, sostiene, «rafforzare i dem allargando il campo dei moderati è l’unico modo possibile per fermare Salvini».

E se Matteo Renzi è rimasto scioccato dall’aver sentito cantare Bandiera Rossa alla festa dell’Unità, Lorenzin vede tutto un altro film: «Oltre che a livello parlamentare, è molto importate che questa cosa sia seguita nei territori e che si comprenda che per i moderati c’è un campo aperto nel Pd – dice l’ex ministra – , una colonna per costruire una serie di alleanze per una campo normalizzato della politica rispettando i bisogni delle persone».

Dal canto suo il segretario Nicola Zingaretti ripete che «le scissioni sono sempre un errore perché provocano tensioni e non è mai positivo». Ma aggiunge: «Il bello è che, anche per reazione, in migliaia, soprattutto giovani, si stanno iscrivendo al Pd perché la destra si ferma solo con una grande forza riformista come il Pd».