Qualcosa, da quella notte del 7 gennaio 2010, in effetti è cambiato. Ma è ancora troppo poco. Cinque anni fa gli immigrati addetti alla raccolta degli agrumi hanno preso spranghe e bastoni e devastato la piccola città di Rosarno: basta condizioni schiavistiche, basta sfruttamento, basta umiliazioni da parte dei calabresi e della 'ndrangheta. La rivolta ha acceso un faro sul lavoro nero nelle campagne: ha spinto il sindacato a chiedere di più, e nel 2011 è arrivata la prima legge sul caporalato, con centinaia di arresti in tutta Italia e i processi. Ma questo non significa che oggi quei ragazzi...
Reportage
Nell’inferno di Rosarno, come prima della rivolta
Gioia Tauro. Cinque anni dopo quel 7 gennaio 2010, troppo poco è cambiato per i lavoratori. Stesse baraccopoli fatiscenti, stesse paghe da fame per 12 ore di lavoro bestiale, nessuna integrazione nella già dura realtà calabrese per gli immigrati addetti alla raccolta nei campi