Tre presidenti, decine di assessori e consiglieri: sono settantotto gli indagati della procura di Ancona per la gestione di Aerdorica, la società che si occupa dell’aeroporto di Falconara. Sotto la lente del pm Paolo Gubinelli c’è in sostanza l’ultimo ventennio di amministrazione della Regione Marche, in un’inchiesta che riguarda quasi solo esponenti del centrosinistra e che esplode a pochi mesi dalle elezioni. L’ipotesi di reato è peculato, ma dagli investigatori non filtrano informazioni. Si sanno soltanto i nomi de coinvolti, e – oltre al governatore Luca Ceriscioli e ai suoi predecessori Gian Mario Spacca e Vito D’Ambrosio – spiccano quelli di tutta l’attuale giunta e dell’ex ad di Banca Marche Massimo Bianconi.

A quanto si apprende, comunque, il procedimento è stato iscritto lo scorso maggio e a dicembre la procura ha chiesto al giudice una proroga di sei mesi per effettuare ulteriori accertamenti: è così che è venuta fuori la notizia, trapelata dai corridoi del palazzaccio di Ancona proprio alla vigilia di una campagna elettorale che si preannuncia tesissima, con la destra che vede in maniera concreta la possibilità di vincere per la prima volta nella storia repubblicana. Il lavoro del pm Gubinelli è partito ad appena qualche mese di distanza dalla chiusura della commissione regionale d’inchiesta sull’aeroporto, presieduta dal leghista Sandro Zaffini, nella cui relazione conclusiva si parlava apertamente di «assenza di controllo» da parte della Regione e di «continui esborsi di denaro pubblico». Non è ancora chiara, comunque, la posizione dei vari indagati e quali siano di preciso i fatti contestati.

Aerdorica è al centro di mille polemiche ormai da diversi anni: l’aeroporto regionale è sempre costato uno sproposito di soldi pubblici e non è mai riuscito ad attrarre un flusso accettabile di viaggiatori, arrivando ad accumulare un debito da 40 milioni di euro. Soltanto lo scorso luglio, al culmine di un percorso lunghissimo e accidentato, il tribunale ha dato il suo assenso alla richiesta di concordato preventivo della società, con conseguente ricapitalizzazione da 25 milioni di euro stanziati dalla Regione dopo l’autorizzazione arrivata dalla Commissione Europea. Il passaggio si era reso necessario per consentire l’ingresso tra gli azionisti del gruppo Njord (estraneo all’inchiesta), che ha annunciato investimenti per 15 milioni di euro allo scopo di rilanciare la società.