Contro il distanziamento fisico vogliamo essere ancora più vicini a tutti i nostri lettori e rompere il lockdown delle idee in una fase politica così importante per le sorti del paese. Lo facciamo ogni giorno con la nostra presenza in edicola, ma, purtroppo, non in tutte le edicole. Così, per accorciare le distanze, gli italiani che vivono o che quest’anno decideranno di trascorrere le vacanze in Sicilia e in Sardegna, troveranno il manifesto che li aspetta, anche dove non arriviamo nel resto dell’anno. Non per nostra volontà ma per i costi esorbitanti della diffusione e della stampa. Convinti che raggiungere i nostri lettori delle isole sia un investimento politico, un impegno e un piacere anche se per i soli mesi di luglio e agosto.

Quando nacque il manifesto, ormai quasi 50anni fa, in Sicilia e in Sardegna il giornale godeva di un forte e radicato sostegno, nutrito dall’adesione a un’impresa politica che viveva attraverso le pagine di un foglio nazionale, espressione di una sinistra eretica, espulsa dalla casa comunista. (Della stagione dei pionieri scrive, in ultima pagina, Giuseppe Di Lello). Seppure ottimisti e tenaci, certo non potevamo allora immaginare che a crollare sarebbe stata proprio la casa madre del Pci, mentre davanti a noi si sarebbero avvicendati decenni densi come passaggi d’epoca. Fino a questo tragicamente straordinario 2020, che ci trova qui a rinnovare l’impegno di un punto di vista della sinistra meritevole (speriamo) di essere letto sotto l’ombrellone.