Con una spallata a Gué Pequeno è schizzato nelle scorse settimane ai vertici della hit Fimi/Gfk con l’album Ogni maledetto giorno (Honiro Records). È il rapper Mostro, alias di Giorgio Ferraio, romano, 25 anni. Con la stessa velocità poi sul podio è subentrato dalla scena trap Rkomi, con Io in terra, milanese, classe 1994. L’hip hop di ultima generazione comanda – almeno i numeri del mercato -, è un riferimento che riesce a parlare specialmente agli under 30 e gioca nel campo dello streaming e delle visualizzazioni. Forse ai quadri del PD qualcuno di questi ragazzi dovrebbe fare un corso di comunicazione.

Comunque sia Mostro è un fenomeno interessante, era già esploso in duo fino al 2014 con LowLow e dopo una pausa è tornato da solista. Una grossa responsabilità che affronta all’attacco, con parecchia tecnica, un’ottima produzione, con una non celata mania di grandezza e rime provocatorie. Questi però sono i lati più estetici, dall’altra parte c’è l’energia esplosiva canalizzata nella musica, unita a un senso di riscatto nella dura competizione col mondo. Gara in cui si trova a lottare ogni giovanissimo (e non solo) ma che in pochi riescono a far diventare musica e voce.

Mostro non sembra aver dubbi sull’unicità del suo lavoro: «Fondamentalmente questo disco è una alternativa a quanto c’è in giro adesso, è un album che secondo me coniuga gli aspetti più interessanti del rap-game: è disco che comunica, che ha contenuti ed è un concept album che si lega traccia dopo traccia, con sonorità classiche e nuove». Il divorzio con LowLow a molti è sembrato un’operazione rischiosa: «Il primo rischio è lo stop di 2 anni, ma son serviti per ragionare e fare il disco che volevo». Giorgio Ferrario prima di diventare Mostro si racconta come un ragazzo senza troppe ambizioni e a cui non piaceva studiare né lo sport, la sua unica passione è sempre stato l’hip hop.

E si sentono alcune assonanze con il primo Fabri Fibra e parla di Bassi Maestro come un riferimento: «È un onore essere accostato a Fabri, lui e Bassi mi hanno dato tantissimo». Malgrado alcune collaborazioni, OMG è un disco autarchico, Mostro si considera «un lupo solitario», distante dagli altri rapper: «Il disco è stato scritto in un momento in cui sono stato molto solo, ho scritto davvero un disco mio, intimo e in solitaria». Lui viene da un’altra scuola ma vede come positivo l’espansione dell’hip hop in altre formule anche più commerciali: «Penso sia tutto legato, la trap ha dato una ventata di novità al rap. anche se per me conta solo la qualità della canzone».