La quarta stazione di terra del Mobile User Objective System si avvia ad essere completata.

Mentre un imponente dispiegamento di forze dell’ordine pattugliava la zona circostante alla base di contrada Ulmo, nel cuore della riserva naturale Sughereta, ieri, poco dopo mezzogiorno, la prima delle tre parabole è stata innalzata. Hanno così ricevuto piena conferma i timori di chi, il giorno prima, aveva visto una gigantesca gru – trasportata da un automezzo della ditta Comina e scortata dalle camionette della polizia con uomini in tenuta antisommossa – fare il suo ingresso nel cantiere Muos.

Adesso è solo questione di giorni. Le altre due parabole potrebbero essere montate in poco tempo e la stazione terrestre di Niscemi entrare presto in funzione. Sebastiano Papandrea, che fa parte del team di avvocati impegnati al Tar di Palermo nei procedimenti legati al Muos, ricorda le responsabilità del governo regionale: «Il completamento dei lavori era una cosa inevitabile. La revoca della revoca ha reso possibile la prosecuzione dei lavori. Senza questo passo indietro del governatore Crocetta non saremmo arrivati al punto in cui ci troviamo oggi».

A comunicare, il 24 luglio, che i lavori all’interno del cantiere della stazione terrestre Muos di Niscemi potevano continuare, fu l’Assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente, con una nota a firma del dottor Gaetano Gullo. Nella nota, si faceva riferimento allo studio dell’Istituto Superiore di Sanità precedentemente ricevuto dall’Assessorato, e si motivava la decisione con il rilievo che «non sono prevedibili rischi dovuti agli effetti noti dei campi elettromagnetici, e anche nell’ipotesi poco probabile di un puntamento delle antenne paraboliche al livello del terreno o comunque nella direzione di persone che potrebbero essere esposte al fascio principale, si ritiene che tali rischi visti possano essere considerati del tutto trascurabili».

Il paradosso, in quel caso, fu che, per la redazione di questo studio, la Regione aveva nominato dei tecnici di fiducia – tra i quali il prof. Massimo Zucchetti e il prof. Mario Palermo – , le cui motivazioni, contrarie al Muos e allegate alla relazione dell’Istituto Superiore di Sanità, non furono prese in considerazione. Perciò, lo studio da cui trae giustificazione la nota contenente «la revoca della revoca» delle autorizzazioni per la costruzione del Muos è incompleto. Non ha tenuto conto dei pareri motivati degli esperti nominati dalla stessa Regione. E non ha tenuto conto della relazione del professor D’Amore, consulente tecnico del Tar, che conferma l’impatto gravissimo dei campi elettromagnetici sulla biologia dei tessuti umani, sugli equilibri dell’ecosistema e sul funzionamento delle apparecchiature di bordo degli aereomobili.

Marcello D’Amore è ordinario di Elettrotecnica presso la facoltà di ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma ed è stato nominato dal Tar di Palermo per valutare i possibili effetti elttromagnetici del Muos e delle quarantasei antenne della stazione Nrtf – attiva a Niscemi dal 1991 – , nell’ambito del procedimento avviato dal Ministero della Difesa contro l’atto di revoca delle autorizzazioni firmato dalla Regione il 30 marzo dello scorso anno. Le conclusioni cui giunge D’Amore non lasciano margini di dubbio sui rischi per la salute: «Il campo elettromagnetico irradiato dalle antenne del Muos può produrre effetti biologici sulle persone esposte; interferenze in apparecchiature elettroniche, strutture aeroportuali e aeromobili; effetti sulla biocenosi e sulla fauna del Sito d’Interesse Comunitario della Sughereta di Niscemi».

Mentre i lavori nella base continuano a ritmo serrato, sorvegliati dallo sguardo preoccupato degli abitanti di Niscemi, gli attivisti annunciano una grande manifestazione nazionale per il primo giorno del mese di marzo, ricordando che la battaglia contro il Muos si sta combattendo strenuamente anche sul piano giudiziario. Al Tar di Palermo, il prossimo 27 marzo, si andrà a sentenza definitiva per tutti i procedimenti che riguardano il Muos, tra i quali figurano anche i ricorsi presentati dal Movimento No Muos e da Legambiente contro l’atto con cui la Regione ha ritirato la revoca delle autorizzazioni, sbloccando così i lavori di edificazione della quarta stazione terrestre del Muos.