L’assemblea generale dell’Onu, nella Dichiarazione sui diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche sancisce il diritto di usare la propria lingua, in privato e in pubblico, liberamente e senza interferenza o discriminazione: tutela i diritti linguistici delle persone di lingua madre minoritaria, ma allo stesso tempo protegge il patrimonio linguistico dell’umanità intera.

COME DOCENTE di traduzione con una formazione istituzionale nella politica linguistica dell’euskera (il basco) ho deciso di mettere a disposizione le mie competenze per la Ong basca «Garabide», nel quadro di un progetto di cooperazione con la comunità nasa.
Il popolo nasa vive nei cosiddetti «resguardos» (territori comunitari riconosciuti legalmente) sui versanti occidentali e orientali della Cordillera Central colombiana, nella regione del fiume Cauca. Mentre il popolo nasa si impegna a recuperare e tutelare lingua e cultura, questi territori continuano a subire pressioni tanto dal narcotraffico quanto dalla guerrilla.

CON CIRCA SETTANTAMILA parlanti, e a seguito di un lungo processo di acculturazione, da diversi anni i nasa lavorano in modo mirato su cultura ed educazione, potendo contare sull’aiuto di organizzazioni autoctone come la Acin (Associazione dei consigli indigeni del nord). È una comunità con un senso identitario molto forte, che considera la lingua un elemento irrinunciabile della propria cultura.

In ragione della loro natura i diritti linguistici sono stati equiparati ai diritti umani e sono stati rinominati, appunto, diritti umani linguistici. Tuttavia, le legislazioni nazionali devono ancora ratificarli e, nel constatare il livello di disuguaglianza a seconda di paesi e continenti, emerge chiaramente la complessità di questo processo. Ci sono paesi come la Colombia, poi, nei quali la legislazione è chiara, ma le volontà politiche e i mezzi scarseggiano.

UMBERTO ECO diceva che «la lingua europea è la traduzione». È un principio che deriva dalla convinzione che le lingue, entrando in contatto tra loro grazie alla traduzione, si arricchiscono mutualmente e proprio nel loro essere differenti acquisiscono ognuna una dignità propria.
Questa è l’idea che deve guidare le politiche linguistiche ovunque nel mondo coabitino idiomi diversi, soprattutto laddove le lingue presentino particolari specificità: il fatto di avere all’attivo pochi anni di scrittura, e dunque una grammatica ancora in fieri, oppure di dover ancora unificare i dialetti.

La tutela del diritto delle comunità indigene a utilizzare liberamente la propria lingua è l’unica garanzia per assicurare loro un futuro in Colombia. Per questa ragione, il principale ambito d’intervento deve essere quello dell’amministrazione pubblica (salute, educazione, giustizia): solo così una persona di lingua madre minoritaria può convertirsi in un cittadino con pieni diritti.

NEI PAESI BASCHI ci siamo fatti una buona esperienza in questo campo, ma si tratta di percorsi che ciascuna lingua deve tracciarsi da sé e per i quali i consigli non sono altro che questo: consigli.

NEL PROGETTO di supporto alla comunità nasa e alla promozione della lingua nasa yuwe ho strutturato il mio lavoro con gli alunni nasa su tre direttrici principali. Il primo passo è stato prendere coscienza dei diritti linguistici, il secondo è stato esercitare la pratica della traduzione per poter avere un approccio a testi di varia natura e il terzo è stato insegnare le tecniche di traduzione orale come strumento per esercitare diritti umani-linguistici, considerato che l’esercizio dei loro diritti come cittadini dipende proprio dal grado di interpretazione di cui possono disporre.

Per questo, in ambiti come la giustizia e la sanità – nei quali il destino di una persona può dipendere dalla comprensione precisa di una norma o di una parola – non possono ritrovarsi in balia di una traduzione di circostanza. È invece fondamentale che possano comunicare mediante una traduzione sicura e qualitativamente efficace.

NEL RAFFORZARE L’AUTOSTIMA della propria lingua, gli studenti hanno consolidato la condizione di cittadini. Nelle esercitazioni di traduzione scritta, si accendevano spesso discussioni anche molto vivaci per cercare la parola che meglio rendesse il significato di quella originale. Pareva, e questo era il bello, di tornare agli albori della traduzione.
Sebbene pochi, dati i requisiti molto esigenti, potranno diventare a tutti gli effetti traduttori o interpreti, tutti hanno compreso il ruolo fondamentale che questa pratica ha nel far viaggiare le idee tra lingue diverse. Così si è aperta una nuova via di comunicazione, tanto per gli studenti quanto per noi che non parliamo nasa.