Bene hanno fatto i giurati di Un Certain regard, la rassegna parallela del festival di Cannes, a premiare Jasmine Trinca per la sua superba interpretazione di Fortunata, il nuovo film di Sergio Castellitto che trae spunto ancora una volta da una sceneggiatura di sua moglie Margaret Mazzantini, questa volta sedotta dalla storia di periferie romane.
Tutto ruota attorno a questa giovane donna che dovrebbe e vorrebbe divorziare, ma il marito separato la strapazza e violenta quando vuole, madre single di una bimba ovviamente scossa, parrucchiera a domicilio, sempre indaffarata e in cerca di qualcosa. E va a sbattere contro lo psicologo della bimba (non una scelta, ma un’imposizione del giudice), e a tutte le difficoltà di chi prende l’esistenza a testate, salvo rivelarsi una sorta di «Ercolino semprimpiedi» capace di superare a modo suo le difficoltà che la vita le ha copiosamente offerto, le basta un abbraccio con la piccola Barbara.

https://youtu.be/Cv47a8di5p0

Disseminato di premonizioni (Antigone, acqua, affogati etc.), condito da linguaggio fastidioso («er mejo dito ar culo»), costellato da presenze aliene come cinesi e musulmani, involgarito da matrimoni grotteschi, il film respira grazie alla presenza di Jasmine (con il supporto della piccola Nicole Centanni) capace di offrire emozioni che vanno ben oltre e zeppe ai piedi, le minigonne e le mise improbabili.
Gli altri interpreti, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Edoardo Pesce, sembrano tutti ingabbiati dalla sceneggiatura compresa una stralunata di Hanna Schygulla. Per fortuna di Fortunata i titoli di coda sono accompagnati da Vasco Rossi che dispiega il suo inno: Vivere.