Una dozzina di nuove melodie per il cantautore napoletano, tutte in viscerale dialetto tranne una. Quattro Targhe Tenco, quaranta anni di carriera, alcuni brani di successo tradotti in tante lingue, Gragnaniello si arrangia con chitarre acustiche e tastiere elettroniche, coadiuvato da compagni di qualità come Pietro Gallo alla mandolina e Erasmo Petringa al basso. ‘O razzism, intonata insieme con Raiz, è una sorta di filastrocca appuntita, un discorso accorato su questo pensiero sbagliato, distorto e malato. Però la delicata poesia di Gragnaniello appiana le asperità e inchioda un ritornello sinuoso, come altrove, So nat ‘ccà, città aperta e crocevia di genti, fonte d’ispirazione assoluta coi suoi guai e le sue ingiustizie. Ogni tanto la temperatura sale grazie ai vocalizzi tufacei da sciamano di Suonn’, con l’incantevole Peppe Barra, a trasportarci nell’incantesimo, nella leggera terra dei sogni. Siamo finiti Rint ‘o post sbagliato, quello frequentato dal giovane disoccupato poi giardiniere, oggi in grado di arrampicarsi sui ritornelli di ballate accattivanti (Chest’ succer’, ancora con Raiz, Luntano e una biblica È sett’ juorn) per regalarci suadenti motivi carezzevoli.