Quando tutto sarà finito, la salma di Erich Priebke benedetta e sepolta secondo il rito cattolico e le «esigenze spirituali» dell’ex gerarca nazista e della sua famiglia soddisfatte, allora e solo allora si aprirà la partita del suo testamento politico. Una partita che il suo legale Paolo Giachini ha intenzione di giocarsi al momento giusto. Perché nel video che ha lasciato, insieme all’intervista già resa pubblica sabato scorso, «per la prima volta Priebke racconta la sua verità sull’eccidio delle Fosse Ardeatine».

Ad anticiparlo al manifesto è lo stesso avvocato Giachini che dell’ufficiale delle SS fu amico e sodale tanto da ospitarlo durante il periodo degli arresti domiciliari.

Per le esequie e la sepoltura, invece, si tratta solo di avere pazienza e di aspettare. D’altra parte, racconta Giachini, «abbiamo offerte da tutto il mondo». E anche a Roma o nei dintorni, per l’ultimo saluto possono scegliere «tra uno spazio messo a disposizione da ambienti musulmani, una chiesa protestante, una cappella privata e un cortile condominiale».

«Abbiamo il certificato sulle cause di morte, potremmo procedere a ritirare la salma dall’obitorio del Gemelli e procedere con le soluzioni che abbiamo in mano. Ma non vogliamo offendere nessuno e vogliamo evitare speculazioni politiche. Perciò a questo punto aspettiamo che siano le stesse istituzioni, il sindaco, il questore, il Vicariato, la comunità ebraica e tutti quelli a cui non va bene niente delle nostre proposte, a dirci come e dove fare i funerali». Il tono è un po’ polemico ma in realtà ha molta pazienza, l’avvocato Giachini. Il funerale si farà «quasi sicuramente» oggi a Roma e in uno degli spazi privati offerti, perché il Vicariato romano ha ribadito ieri che nessuna chiesa della diocesi è a disposizione, anche se «abbiamo deciso di assicurare la preghiera, da celebrarsi in casa». Ed è difficile che altre diocesi possano accettare quel che Roma rifiuta. «Saremo così bravi – aggiunge Giachini – da tenere tutti i partecipanti al funerale all’interno di uno spazio privato, in modo da non violare il divieto del questore a invadere lo spazio pubblico».

Offerte per ospitare la tomba di Priebke, riferisce ancora l’avvocato, sono giunte dall’Abruzzo e dalla Sicilia (disponibile il sindaco centrista di Fondachelli Fantina, nel messinese, ma solo «per carità cristiana»). Esclusa invece la soluzione del cimitero tedesco di Pomezia, ritenuta «decorosa» dalla famiglia, perché, come ha spiegato il sindaco, «ospita solo militari caduti in guerra».

Come è da escludere anche che il corpo di Priebke torni a Hennigsdorf, sua città natale tedesca: l’amministrazione ha fatto sapere che la sepoltura in loco spetta solo ai residenti. Mentre da Berlino il portavoce degli Affari esteri, Schäfer, assicura di non aver ricevuto ancora nessuna richiesta ufficiale per la sepoltura. Il sindaco di Roma Marino nega con decisione la disponibilità della città ma nel cimitero monumentale del Verano c’è chi ha messo a disposizione una cappella privata.

«Dove dovrebbe essere seppellito mio padre? Per me anche in Israele, così sono contenti…», è stata la reazione di Joerge Priebke, il figlio che vive in Argentina e che, dice, non ha soldi per venire al funerale di suo padre. Ma la lezione del genitore l’ha imparata bene: «Che la smettano di rompere, sono dei risentiti, quelli rompono nel mondo fin da prima di Cristo». Da Israele solo un «non merita alcuna risposta».

Polemiche che per Enrico Letta sono «la dimostrazione che non è finita» e che «dobbiamo essere tutti insieme baluardo al ritorno di sentimenti di odio e morte».