Un documento più snello con più investimenti (70%) e meno bonus (21%), più risorse a sanità (il doppio: da 9 a 18 miliardi) e turismo e qualche sforbiciata sul capitolo «transizione ecologica» (meno 5 miliardi) e «coesione territoriale» con gli investimenti per il Sud che però salgono al 50% del totale.
Dopo le tante critiche sulla prima bozza e dopo il giro di incontri di questi giorni, il governo ha inviato alle forze di maggioranza il nuovo «Piano nazionale di ripresa e resilienza» con l’uso dei fondi del Recovery fund Next generation Eu. Tredici pagine di «linee di indirizzo per la bozza da sottoporre al consiglio dei ministri» con due pagine di allegato con i numeri per i vari capitoli di spese per un totale di 209,84 miliardi che diventano 222,03 conteggiando altri fondi europei già stanziati come quelli «coesione».
I settori di spesa si riducono a sei ma alcuni si allargano, come il primo che diventa il calderone «digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura» con ben 8 miliardi per il turismo, come richiesto da Franceschini e Italia Viva. Il secondo è «rivoluzione verde e transizione ecologica» e contiene il singolo capitolo di spesa più corposo: «efficienza energetica e riqualificazione degli edifici» con ben 30,4 miliardi che dovranno coprire anche il prolungamento del bonus 110% tanto richiesto dal M5s. Il terzo è «infrastrutture per una mobilità sostenibile» dove vengono concentrati gli investimenti nell’alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale (non nuove strade) con 28,3 miliardi di risorse. Il capitolo «istruzione e ricerca» è diviso in due: «potenziamento didattica e diritto allo studio» ha 15,37 miliardi» ed è affiancato dal molto confindustriale e bonomiano «dalla ricerca all’impresa» con 10,7 miliardi di cui 0,6 di «sostegno all’innovazione delle piccole imprese». Il penultimo è «inclusione e coesione», sforbiciato a 21,28 miliardi di cui 6,65 di politiche del lavoro. L’ultimo capitolo è dedicato alla salute che passa dagli iniziali 9 a 18,01 miliardi come richiesto da Leu e Italia Viva di cui 7 su «potenziamento assistenza e rete territoriale» e 10 su «innovazione, ricerca e digitalizzazione della assistenza sanitaria». In totale si tratta dunque di un piano con 16 componenti e 47 linee di intervento, alcune però sovrapponibili in diversi capitoli con la parola «innovazione» usata come il prezzemolo.
Sparisce invece totalmente il tema «giustizia». Nella prima bozza c’era un intero capitolo in cui si parlava bene della riforma del governo gialloverde sulla prescrizione, in teoria invisa al Pd e soprattutto a Renzi.
Oggi alle 18 si dovrebbe tenere la riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza. Vedremo come si comporterà Italia Viva.